
GERUSALEMME – In due entrano in una sinagoga di Gerusalemme, e con asce e coltelli fanno una strage, uccidendo 4 rabini (3 con cittadinanza statunitense). Il gesto estremo di due folli? Non secondo il presidente israeliano Reuven Rivlin, secondo cui “era tutto ampiamente organizzato, si tratta di una campagna deliberata e non una serie accidentale di eventi”.
Rivlin infatti spiega come tutti gli ultimi episodi di violenza in Israele di queste settimane, hanno visto attentati da parte di quelli che sono stati definiti “lupi solitari di Hamas”. E intanto Hamas approva l’attentato e festeggia in strada. Il movimento politico al potere nella Striscia di Gaza ha spiegato che l’attacco è la rappresaglia alla tensione sulla Spianata delle Moschee e all’uccisione – un suicidio secondo la polizia israeliana – dell’autista di autobus palestinese di una ditta israeliana.
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“Siamo alle porte di una vera e propria intifada innescata da Gerusalemme, al-Aqsa e dalle colonie” ha dichiarato l’esponente di Hamas Mousa Abu Marzouq in un commento su Facebook, aggiungendo che “i martiri innocenti, ultimi dei quali Ghassan e Ouday Abu Jabal, sono i fari che illuminano la soglia” di questa nuova sollevazione.
Il presidente palestinese ha condannato l’attentato: l’Anp, ”ha sempre condannato la morte di civili da ogni parte e condanna oggi l’uccisione di fedeli in una sinagoga a Gerusalemme ovest”. Immediata anche la condanna degli Stati Uniti, attraverso il segretario di Stato Kerry: “Puro terrore inumano”.
Foto Ap/LaPresse