Pietro Colazzo si sarebbe potuto salvare, invece lo 007 dell’Aise รจ morto nell’attentato del 26 febbraio scorso in Afghanistan. Nell’area del Park Residence di Kabul dove soggiornava da due anni, l’unico a morire รจ stato il numero due dell’Agenzia informazioni e sicurezza. Nella sua stanza, la numero 115, tra i vetri infranti e le macerie, restano le sue cose: del pane in cassetta, un paio di pantaloni, delle infradito nere e un vasetto di Nutella.
ยซOltre a Colazzo, in quella parte dormivano un britannico, un pachistano, un neozelandese, un afghano con passaporto americano e tre italiani (registrati come diplomatici)ยป, racconta il gestore dell’hotel Khalid Essa.
C’รจ chi si รจ lanciato fuori dalle finestre per mettersi in salvo, chi รจ riuscito a schivare i colpi dei terroristi. ยซGli altri sono scappati da quel tetto -prosegue-. Basta un salto e da lรฌ si passa nel cantiere del palazzo in costruzione a fianco. Avrebbe potuto fuggire anche lui. Non capisco perchรฉ non lโabbia fattoยป.
Quando gli assalitori lo hanno ucciso Colazzo molto probabilmente era accovacciato sotto la finestra, era al telefono e stava passando informazioni alle forze di sicurezza afghane. ร stato colpito alle spalle: un proiettile lo ha raggiunto alla gamba destra, ma quello mortale gli ha perforato il colon. Nelle camere accanto a quella della 007 i terroristi hanno lanciato anche delle granate, il pavimento mostra ancora i segni.
ยซColazzo รจ stato un eroe. Al cellulare, ci ha fornito informazioni precise e grazie a lui siamo stati in grado di portare al sicuro altri quattro italiani. ร stato ucciso dai terroristi, quando hanno capito che ci stava aiutandoยป, aveva detto dopo l’attentato Abdul Rahman, capo della polizia a Kabul, parlando di quattro italiani invece di tre come riferito dal gestore dell’hotel.
Il Park Residence ospitava soprattutto indiani, medici e volontari che prestano servizio all’ospedale Indira Gandhi e funzionari dell’ambasciata. New Delhi sospetta di essere stato l’obiettivo dei terroristi, per ora i servizi segreti afghani hanno accusato il gruppo pachistano responsabile degli attentati di Mumbai del 2008, il Lashkar-i-Taiba.
