Il reastauro dell’Ufficio Ovale della Casa Bianca, il sancta santorum della politica americana, sembrava non fare una piega. Elegante, sobrio, presidenziale.
Anche il tappeto beige sembrava adattarsi perfettamente all’ambiente, con citazioni di Abraham Lincoln, Theodore Roosevel, Franklin Roosevelt, John Kennedy e Martin Luther King.
Ma l’occhio attento di un giornalista del Washington Post, in visita guidata, ci ha messo poco a notare che qualcosa non andava. La citazione attribuita a Martin Luther King non è di Martin Luther King.
Dice la citazione: ”L’arco dell’universo morale è lungo, ma è volto verso la giustizia”. Obama viene bacchettato dal Washington Post, che gli spiega di chi in realtà sono quelle parole. Sono di Theodore Parker, un bostoniano scomparso molto tempo fa e che in vita era un gran sostenitore del progresso sociale. Un americano di quelli veri, con suo nonno che è stato il comandante dei Minutemen alla battaglia di Lexington nel 1775 che diede il via alla rivoluzione americana.
Parker, morto nel 1860, fu un abolizionista della schiavitù ante litteram, un ministro della Chiesa Unitaria e un pensatore trascendentale che profetizzò la fine della schiavitù, sebbene non visse abbastanza a lungo per vedere il suo sogno realizzato.
Un secolo dopo, durante il movimento per i diritti civili, Martin Luther King, un ammiratore di Parker, ha citato spesso la sua profezia durante marce, discorsi e manifestazioni, chiarendo sempre però che la frase non era farina del suo sacco.
Ora bisognerà vedere cosa farà Obama, che ha in casa un tappeto con su scritto uno svarione. Lo cambierà? Sarebbe una bella spesa. Farà correggere l’attribuzione sotto la scritta? I funzionari della Casa Bianca non si sbilanciano.