ROMA, 28 AGO – ‘Vergini col rossetto’ contro Muammar Gheddafi: cinque ‘amazzoni’ del rais, le ferocissime guardie del corpo del leader libico, hanno denunciato a una psicologa di Bengasi di essere state violentate dal dittatore e dai suoi figli. Lo riferisce il quotidiano maltese ‘Times of Malta’ mentre emergono nuove bizzarre supposizioni sulle ‘passioni segrete’ del capo della Jamahiriya per donne in posizione di potere: dopo il segretario di Stato Condoleezza Rice la sua antesignana al dipartimento di Stato, Madeleine Albright.
La psicologa infantile Seham Sergewa di Bengasi, nota nel suo paese per le numerose apparizioni in tv, in passato si è occupata delle donne stuprate in Bosnia ed è arrivata alle ‘amazzoni’, raccogliendo testimonianze di donne violentate dalle milizie di Gheddafi.
Il suo dossier sugli stupri è stato trasmesso al Tribunale Penale Internazionale dell’Aja. Le ‘amazzoni’ hanno raccontato a Sergewa di essere state prima violentate da Muammar, poi ”passate” a uno dei suoi figli e ad alti ufficiali.
Una di queste donne ha detto di essere stata costretta col ricatto a diventare una ‘amazzone’, altrimenti il fratello, arrestato per droga, sarebbe rimasto in prigione.
La giovane ha raccontato di essere stata sottoposta a un test sull’Aids da una infermiera dell’Europa dell’est, poi di esser stata condotta a Bab al-Aziziya, la residenza del rais a Tripoli. Qui sarebbe stata introdotta nella dimora di Gheddafi, che si sarebbe fatto trovare in pigiama. Di fronte alla sue avances, la ragazza avrebbe fatto resistenza, e alla fine sarebbe stata violentata.
Intanto una giornalista britannica, l’inviata in Medioriente del Sunday Times Marie Colvin, ha rievocato oggi confidenze ricevute in una delle molte interviste fatte al rais nella sua lunga carriera.
Gheddafi avrebbe il cuore tenero per le donne americane, ma non per donne qualunque, per quelle in posizioni di potere. Secondo la Colvin a metà anni Novanta il cuore del rai’s batteva forte per Madeleine Albright, all’epoca segretario di Stato di Bill Clinton: ”Il rais guardava ogni sua apparizione in tv e a volte si lamentava se le inquadrature non erano a tutto campo”.
Il fatto che la Albright, oltre ad aver superato i 60, fosse più vecchia di lui e non più una bellezza non sembravano dissuadere il leader libico. La Colvin racconta anche che Gheddafi le chiese di procurargli il numero di telefono privato della Albright, possibilmente quello sul comodino della camera da letto.
”Se anche lei ricambia i miei sentimenti – avrebbe detto il rais alla giornalista – dille di mandarmi un segnale: che indossi un vestito verde alla prossima apparizione in televisione”. Passata la cotta per la Madeleine è stata la volta di Condoleezza Rice: la segretario di stato di George W. Bush aveva una bellezza forse più in sintonia con i gusti del dittatore che ne conservava un album di fotografie nel bunker e a cui aveva reso omaggio come alla ”mia cara donna nera africana”.