La vicenda di Anthony Sowell, lo stupratore seriale di Cleveland nella cui abitazione sono stati ritrovati sei cadaveri, mette a nudo i limiti investigativi della polizia statunitense. E nella città dell’Ohio divampa la polemica soprattutto dopo le dichiarazioni di Fawcett Bess, uno dei vicini di casa dello stupratore. Per Bess, infatti, la polizia di Cleveland aveva elementi più che sufficienti per intervenire prima.
Due settimane prima della scoperta della casa degli orrori, infatti, Bess sostiene di aver chiamato ambulanza e polizia dopo aver visto, nella boscaglia davanti la sua abitazione, Sowell nudo che picchiava una donna. «La polizia è arrivata due ore dopo – ha detto il vicino del killer – e non ha fatto nulla solo perchè la donna era una prostituta. Non so neppure che cosa le sia accaduto».
Non solo: un mese prima un’altra donna, con il collo insanguinato e piena di escoriazioni, aveva chiesto aiuto all’uomo sostenendo di essere stata aggredita da Sowell. La polizia, anche in quel caso, si è limitata ad una segnalazione ma non ha fatto indagini approfondite. E, soprattutto, non ha perquisito l’abitazione di Sowell.
Una circostanza che stupisce perchè l’uomo, dopo aver scontato una condanna per stupro, era registrato come “sessualmente pericoloso” e rientrava in un programma di sorveglianza speciale delle forze dell’ordine.
Soprattutto, prima della scoperta dei corpi, ai danni di Sowell erano arrivate altre denunce: a dicembre 2008 una donna era andata alla polizia affermando che l’uomo l’aveva aggredita, trascinata in casa e tentato di violentarla. Due mesi prima ancora un’altra segnalazione di tentato stupro.
La polizia di Cleveland si difende dalle accuse sostenendo di essere consapevole delle denunce e di aver attivato tutte le misure di controllo previste. Una spiegazione che, alla prova dei fatti, sembra non reggere.
La questione, in realtà è delicata e investe il problema (sensibile) del limite tra i diritti civili di chi ha precedenti penali e ha scontato la sua condanna e il diritto della comunità di essere informata e tutelata. Il caso di Cleveland in qualche modo ricorda la storia di Philip Garrido, l’uomo accusato di aver sequestrato e violentato, con la complicità della moglie, la giovane Jaycee Dugard, rapita a soli 11 anni e fuggita 18 anni dopo. Sia Sowell sia Garrido avevano precedenti per violenza sessuale.
Entrambi avevano terminato la loro detenzione. Per tutti e due era scattato il programma di monitoraggio e reinserimento sociale. Un programma che, però, almeno in questi due casi, sembra avere totalmente fallito.