Robben Island in Sud Africa è un conglomerato di terra al largo di Cape Town, tutto racchiuso nello spazio angusto di tre chilometri di lunghezza e uno e mezzo di larghezza. Eppure, il valore, storico e spirituale di questa aiuola nel mare è semplicemente immenso. E’ qui che Nelson Mandela, l’uomo che ha sconfitto l’Apartheid, ha passato 18 dei suoi 27 anni di prigione.
Oggi, bus rigurgitanti di turisti fanno la fila per vedere quella che è diventata una delle più grande attrazioni del paese. Ogni giorno circa 1200 persone prendono il traghetto per dirigersi verso questo santuario della storia. Migliaia e migliaia di turisti, pellegrini della memoria, che anno dopo anno celebrano il ricordo di un capitolo doloroso e eroico della storia recente.
Ma la storia, e soprattutto la sua viva celebrazione, hanno a volte dei contrattempi comici. Nel caso specifico, dei simpatici baffuti roditori. Dei teneri conigli che però minacciano il futuro di Robben Island a causa dei loro forsennati e leggendari ritmi riproduttivi. Il problema è che questi animaletti hanno scavato in larga parte le loro buche al di sotto dell’edificio storico, mettendo a rischio la sua solidità strutturale. Seguendo forse (troppo) alla lettera quello che diceva Eugenio Montale : « La storia non è poi / la devastante ruspa che si dice. / Lascia sottopassaggi, cripte, buche / e nascondigli. »
Irriverenza della poesia o no, la situazione è abbastanza grave perché le autorità abbiano deciso di intervenire. I teneri leporidi sono stati immediatamente e solennemente dichiarati nemici pubblici. Nessuna pietà per il peloso animaletto: si è aperta la caccia al coniglio. Per questo scopo sono stati assoldati un manipolo di sparatori. I tiratori si aggirano nell’isola su delle moto, approfittando dell’oscurità per stanare i conigli. La caccia pare fruttuosa. Non facile come sparare in un barile di pesci, ma quasi. Uno dei cacciatori testimonia che in una notte calma può uccidere una media di 25 animali all’ora.
Come si può immaginare, l’affare dei conigli non poteva non scatenare una certa indignazione. Spargere del sangue in questo luogo che ha visto la prigionia di Mandela non sembra il modo migliore per onorare la memoria di quell’evento. Con gli anni l’isola è diventata il simbolo del trionfo dello spirito e della volontà dell’uomo sulla violenza e la sopraffazione. Fare una strage di coniglietti sembra profanare questo alto valore simbolico.
Diverse associazioni si sono mosse per criticare la decisione o per proporre soluzioni alternative eppure fino ad oggi tutte le proposte si sono rivelate inefficaci o impercorribili. Ed i coniglietti restano e resteranno le vittime della Realpolitik della memoria.