Due forti terremoti sottomarini hanno colpito il Pacifico sud-occidentale innescando un allarme tsunami per l’intera area appena una settimana dopo che ondate-killer avevano travolto l’arcipelago delle Samoa uccidendo circa 150 persone.
L’allarme-tsunami è stato lanciato dapprima per 11 nazioni, tra cui Papua Nuova Guinea, le turistiche isole Figi e altri paradisi come Vanuatu e la Nuova Caledonia, dove le autorità hanno spinto la popolazione ad evacuare la costa est dell’isola e le prospicienti Loyalty Island incitando la gente a spostarsi su alture.
Un portavoce della polizia di Noumea, capitale dell’arcipelago governato dalla Francia, ha riferito che le ondate erano attese per 02:15 italiane. L’allarme è stato poi esteso ad Australia, Nuova Zelanda, Indonesia, Tonga e Samoa, le isole colpite dallo tsunami che la settimana scorsa ha spazzato via interi villaggi.
Gli allarmi sono stati innescati da due terremoti sottomarini, uno di magnitudo 7,8 e un altro di 7,3, rilevati ad un quarto d’ora l’uno dall’altro tra Vanuatu e le isole Salomone quando in Italia era da poco passata la mezzanotte. La polizia nella capitale dell’isola, Port Vila, ha riferito di non aver avvertito il sisma e che non è stato notato alcun innalzamento del livello del mare.
A Luganville, sulla costa meridionale dell’isola, sono state invece segnalate scene di panico con gente in fuga per strada. Poco prima un altro sisma, stimato dapprima in 6,9 ma poi scalato a 6,7 gradi Richter aveva scosso l’arcipelago sud-orientale filippino di Sulu che si sta appena riprendendo da un tifone che ha ucciso 22 persone.
Il centro di allerta tsunami del Pacifico ha poi revocato gli allarmi lanciati in vario grado stanotte dato che i forti terremoti sottomarini rilevati nell’arcipelago di Vanuatu hanno generato solo una piccola onda.
