Terremoto Haiti, una testimone conferma: “Italiani in hotel crollato”

Paura per i circa 200 italiani presenti ad Haiti dopo il devastante terremoto che ha sconvolto l’isola e provocato centinaia di migliaia di morti. Dopo le prime la Farnesina ha fatto sapere che sta verificando la notizia di almeno un connazionale tra le vittime.

Ma una testimone, come riferisce l’Ansa, ha detto che all’hotel Montana di Port-au-Prince, distrutto dal sisma, abitavano degli italiani. «Anche se non so quanti siano e se al momento del terremoto erano in casa. Stiamo cercando di sapere qual è la sorte dei dispersi», ha spiegato Cristiana Iampieri, un avvocato che lavora all’Onu ad Haiti.

Il bilancio potrebbe quindi aggravarsi anche per la comunità italiana: dei circa 190 connazionali registrati presso le sedi consolari, l’Unità di Crisi del ministero è riuscita infatti a contattarne per il momento solo 70.

Il Montana si trova sulle colline che circondano la capitale haitiana ed è considerato tra gli alberghi più lussuosi di Port-au-Prince. Abitualmente, vi alloggiano molti europei che lavorano sull’isola. Il segretario di Stato francese alla Cooperazione, Alain Joyandet, aveva appreso che 200 dei circa 300 ospiti sarebbero dispersi tra le macerie dell’hotel.

L’Italia intanto ha cominciato a mobilitarsi per inviare aiuti alla popolazione di uno dei Paesi più poveri e martoriati dei Caraibi. Su disposizioni del ministro degli Esteri Franco Frattini, la Farnesina – tramite la Cooperazione allo Sviluppo – ha stanziato un milione di euro a favore delle agenzie internazionali che operano sul terreno: 500 mila euro al Programma Alimentare Mondiale per andare incontro ai bisogni alimentari d’urgenza, ed altri 500 mila nel quadro del programma d’emergenza che la Federazione Internazionale delle Croci Rosse e delle Mezze Lune Rosse sta predisponendo per l’assistenza sanitaria.

Da Ciampino, è partito anche un Falcon dell’Aeronautica militare per Port-au-Prince con a bordo un advanced team, che avrà il compito di verificare le condizioni logistiche e di sicurezza per il successivo invio degli aiuti umanitari da parte della Cooperazione allo Sviluppo.

Del team multiforze fanno parte funzionari della Farnesina, delle forze armate, della Guardia di Finanza, della Ptotezione civile e della Croce Rossa. Invece su un C130 della 46/a brigata aerea di Pisa un ospedale da campo nel quale opereranno venti volontari del Gruppo di chirurgia d’urgenza (Gcu) di Pisa: si tratta di un’unità specializzata in interventi di protezione civile che ha già alle spalle diverse missioni in Italia e all’estero, l’ultima delle quali nello Sri Lanka per lo tsunami.

Published by
admin