ROMA – Una violentissima scossa di terremoto di magnitudo 7.9 ha colpito il Nepal. Il terremoto, con epicentro a metà strada tra Kathmandu e la città di Pokhara, ha causato oltre 1500 morti e il numero delle vittime continua ad aumentare. Nella capitale sono numerosi i danni agli edifici, dove sono crollati alcuni palazzi, e la scossa è stata avvertita fino a New Delhi, capitale dell’India. Tra gli edifici crollati anche la storica torre dell’Unesco sotto le cui macerie sarebbero state trovate almeno 250 persone. Sono invece 18 le vittime della valanga sul monte Everest, tutti corpi di alpinisti stranieri.
SCOSSA DI MAGNITUDO 7.9 – Il terremoto, secondo quanto riporta il sito della Ingv, è avvenuto alle 8:11 del mattino (ora italiana) a un ipocentro di 10 chilometri. Il forte sisma secondo i dati dell’istituto sismologico americano Usgs, è stato registrato poco prima di mezzogiorno locale, causando ingenti danni e crollo di edifici, riferiscono funzionari locali. Poco dopo sono arrivate le foto che dicono molto di più dei comunicati. A spaventare una stima dell’Ingv che nel ricordare che è il terremoto più violento nell’area dal 1934 ipotizza migliaia di morti.Â
OLTRE 800 MORTI – Il bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora. Alle 16 del 25 aprile il ministero dell’Interno ha reso noto che i morti da Kathmandu in Nepal ai paesi vicini come India, Bangladesh e Tibet sono oltre 1500 e sono ancora molti i dispersi tra le macerie dei palazzi crollati. Solo tra le macerie della torre Dharahara dell’Unesco sono stati trovati 250 cadaveri e si scava ancora. Sul monte Everest almeno 18 alpinisti hanno perso la vita.
Nei primi minuti successivi al sisma si parlava di una donna schiacciata da una statua e di un numero imprecisato di feriti. La situazione è purtroppo molto peggiore. Due morti anche in Bangladesh dove si registrano centinaia di feriti. Vittime, almeno 20 anche in India.
VITTIME SULL’EVEREST –  La scossa ha anche causato una valanga sul monte Everest.  Chiuso l’aeroporto di Kathmandu. E poi c’è il blackout dei telefoni a rendere tutto più difficile. Il terremoto è stato avvertito fino a Delhi, ma anche in Pakistan dove un testimone, residente a Lahore, ha raccontato che era in ufficio quando il terremoto ha scosso la città con scosse che sono proseguite per diversi secondi. Come succede sempre dopo la prima scossa ce ne sono state diverse di assestamento. Alcune molto violente, di magnitudo superiore al cinque.
Diciotto alpinisti stranieri sarebbero morti nella zona dell’Everest per le valanghe causate dal terremoto: la tv indiana Times Now ha rivelato che il numero di 18 scalatori stranieri morti è stato diffuso da una squadra dell’esercito indiano che era impegnata in una missione sull’Everest per ripulire la “regina delle montagne” dai rifiuti lasciati dalle molte spedizioni che si cimentano nelle salite.
Gli stessi militari indiani, ha precisato l’emittente, hanno recuperato 13 cadaveri di alpinisti, di cui non è tuttavia nota la nazionalità , ma che non sono indiani.
“SERVONO OSPEDALI DA CAMPO” –Â Deep Kumar Upadhyay, ambasciatore del Nepal a New Delhi, ha dichiarato che servono ospedali da campo:
“In questo momento abbiamo bisogno soprattutto di ospedali da campo e unità mobili per curare i feriti.In queste ore a Kathmandu c’è una riunione di emergenza del gabinetto sulla richiesta di aiuti internazionale”.
Tra i primi a rispondere è stata la vicina India che ha già inviato un C-130 dell’aviazione militare con un carico di aiuti. Per quanto riguarda la valutazione dei danni, l’ambasciatore sostiene
“che ci vorrà  molto tempo per fare un bilancio perché l’area colpita è molto vasta, va dalla catena himalayana fino alla pianura del Terai”. Inoltre per ora “siamo privilegiando la fase dei soccorsi”.
Il diplomatico ha ammesso che il suo Paese non è preparato a fronteggiare una calamità naturale di così gravi proporzioni. L’emergenza si concentra soprattutto nel centro storico di Kathmandu e nelle altre città medioevali della vallata circostante dove sono crollati molti edifici antichi. Mentre ci sono stati meno danni a Pokhara, la seconda città nepalese, pur essendo quest’ultima più vicina all’epicentro.
TRE ALPINISTI ITALIANI BLOCCATI SULL’EVEREST – Sono ore di angoscia per la sorte di tre alpinisti italiani bloccati sull’Everest e Dhaulagiri dopo il devastante terremoto in Nepal. Sono Marco Zaffaroni, Roberto Boscato e Marco Confortola, sopravvissuto a un tragico incidente sul K2 nel 2008: “Adesso il vero obiettivo è capire come scendere da qui e non più salire”, ha scritto su Facebook Confortola. “Vi preghiamo di non contattarci perché la batteria del satellitare potrebbe essere di importanza vitale”, è stato il messaggio di Zaffaroni.
(Foto LaPresse)
Le prime foto da Twitter e sito dell’Ingv