BANGKOK – Il governo thailandese ha annunciato che non pagherà il deposito bancario di 20 milioni fissato ieri da un tribunale tedesco per il dissequestro del jet del principe ereditario Vajiralongkorn, bloccato da una settimana all'aeroporto di Monaco in relazione al mancato saldo di un credito che una società di costruzioni tedesca vanta nei confronti di Bangkok.
"Stiamo raccogliendo prove e testimoni per provare la nostra posizione", ha annunciato il ministro degli esteri Kasit Piromya, di ritorno dalla Germania, dove era volato venerdì scorso per convincere le autorità tedesche che il Boeing 737 pignorato è di proprietà personale dell'erede al trono, e quindi non può essere usato come contropartita in questo caso.
Kasit – che ha definito il sequestro "un enorme errore" – ha aggiunto di essere ottimista che la vicenda possa essere risolta "alla prossima udienza, nella seconda settimana di agosto". Ieri, una corte di Landshut, vicino a Monaco (dove Vajiralongkorn risiede per lunghi periodi), aveva richiesto i 20 milioni come garanzia, dopo aver ricevuto una dichiarazione sotto giuramento dal direttore dell'Aviazione civile thailandese, secondo cui l'aereo è effettivamente del principe.
Il credito di 30 milioni di euro in questione risale agli anni Novanta, quando un'azienda tedesca poi confluita nel gruppo Walter Bau ottenne la concessione per la costruzione di una superstrada dal centro di Bangkok all'aeroporto Don Meuang. A opera ultimata, tra le due parti erano sorte interpretazioni diverse rispetto al pedaggio da far pagare.
