Times Square, arrestati nove sospetti. “Complotto terroristico per uccidere americani”

Barack Obama dice che gli Stati Uniti non si faranno intimidire e che “giustizia sarà fatta”. Il ministro della Giustizia Usa Eric Holder ha detto che l’autobomba di Times Square faceva parte di un “complotto terroristico mirato a uccidere americani”.

A neppure tre giorni dallo sventato attentato a Times Square, l’America ha catturato chi l’avrebbe fatta ripiombare nel terrore. Nella prima mattinata l’Fbi ha fermato a New York un cittadino di origine pakistana, Shahzad Faisal, 30 anni, che comparirà davanti ai giudici della corte federale di Manhattan. L’uomo agli investigatori ha detto di aver agito da solo ma i media americani hanno fatto sapere che in Pakistan sono state arrestate tra le sei e le otto persone.

Fonti di intelligence pakistana hanno detto alla Cnn che un raid sarebbe stato effettuato nella casa del distretto di Nazimabad a Karachi dove Faisal sarebbe stato durante la sua ultima visita in Pakistan. Secondo Time Magazine, tra i fermati ci sarebbero dei familiari ed un amico di Faisal.

Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, parlando in conferenza stampa dello sventato attentato ha ribadito che l’America “non si farà intimidire”, che si sta indagando per capire eventuali legami tra gli attentatori e gruppi terroristici e che alla fine “verrà fatta giustizia”.

Il Pakistan intanto ha promesso di collaborare con gli Stati Uniti. “Tra il Pakistan e gli Stati Uniti è già in atto una solida cooperazione nella lotta al terrorismo. Se sarà necessario collaboreremo ancora di più con gli Usa”, ha detto il funzionario di Islamabad.

Shahzad Faisal. L’uomo preso dall’Fbi abita in Connecticut, e tre settimane fa avrebbe acquistato sul sito Craiglist, pagandola in contanti (1800 dollari), la Nissan Pathfinder del 1993 imbottita di esplosivo, che avrebbe poi aver guidato fino alla piazza nel cuore di Manhattan.

Il nome dell’uomo appare su una email inviata in aprile al venditore della Nissan, comprata a a Bridgeport senza passaggio di documenti. Faisal  avrebbe trascorso in Pakistan parecchi mesi e tra le prove a suo carico ci sarebbero intercettazioni di telefonate internazionali.

L’uomo, secondo quanto dichiarato dal portavoce dell’Fbi, Richard Kolko, è stato fermato all’aeroporto Jfk di New York: già a bordo dell’aereo, era diretto in Pakistan.

Diventato cittadino americano poco più di un anno fa, il 17 aprile del 2009, Faisal è stato identificato grazie ad una foto che si trovava sui documenti da lui stesso presentati per un recente cambio di residenza. Gli inquirenti, in possesso della foto, l’hanno mostrata alla persona che ha venduto la Nissan Pathfinder che lo ha riconosciuto.

Intanto le indagini vanno avanti. “Seguiamo diverse piste”, ha detto in conferenza stampa il ministro della Giustizia Usa Eric Holder. “E’ chiaro che l’intento dietro questo atto terroristico era uccidere cittadini americani”. Gli investigatori confermano: si cerca più di una persona”. Gli inquirenti sono certi che Shahzad non abbia agito da solo.

New York ha già annunciato la sua reazione: un piano da 110 milioni di dollari per costruire un reticolo elettronico di telecamere, dispositivi di rilevamento delle targhe e sensori chimici per proteggere il cuore di Manhattan.

Il Pakistan, intanto, ha promesso di collaborare con gli Stati Uniti subito dopo l’arresto dell’uomo di origine pachistana naturalizzato americano. Lo riferisce un funzionario del governo pachistano.

Tsa, l’ente di controllo degli aeroporti, ha alzato il livello dei controlli “in tutti gli scali della costa orientale”, cioè da Boston a Washington, passando naturalmente per New York.

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Maria Elena Perrero