Gli Emirati Arabi Uniti (Eau) hanno approvato una legge che consente il trapianto di organi da donatori sia vivi sia morti e anche oltre il secondo grado di parentela.
La legge integra una precedente normativa in vigore dal 1993 che rendeva di fatto impossibile l’espianto di organi da persone decedute. Per essere certificata, ora, la morte deve essere verificata da tre medici specialisti, compreso un neurologo.
Da quel momento, reni, fegato, polmoni, pancreas e cuore potranno essere espiantati e donati previo testamento del paziente o approvazione dei familiari, in assenza di questo.
La nuova legge apre inoltre alla possibilità di donatori non appartenenti al circolo familiare, moltiplicando le possibilità di scambi anche a livello regionale ed internazionale.
Pur accogliendo il provvedimento con grande favore, la comunità medica emiratina avverte che il processo di donazione degli organi, per essere efficiente, deve poter contare su infrastrutture specializzate e precise procedure per la registrazione, la selezione e la priorità di pazienti e donatori.
Un altro fondamentale aspetto da considerare è poi la resistenza delle famiglie ad accettare la morte cerebrale come un effettivo decesso.