ROMA, 9 MAR – Non c'e' piu' tempo. Se non si interviene con urgenza 13 milioni di persone, soprattutto bambini, rischiano di morire di fame a causa della siccita' che ha colpito le popolazioni del Sahel. A causa del disinteresse mondiale nei confronti del Corno d'Africa, oggi, in certe zone del Ciad ci sono sono persone costrette, per nutrirsi, a rubare i semi alle formiche, scavando nei formicai.
L'appello ad agire subito e' stato lanciato dalla Oxfam, l'Ong britannica impegnata nell'assistenza umanitaria, e dalla Fao, l'organizzazione dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura. La Oxfam, secondo quanto scrive la Bbc, ha lanciato una raccolta fondi per 27,5 milioni di euro, mentre la Fao sollecita finanziamenti per almeno 69,8 milioni di dollari per fornire assistenza a circa 790.000 famiglie contadine vulnerabili intrappolate in un ciclo di crisi alimentari ricorrenti. Secondo l'agenzia dell'Onu, sono almeno 15 milioni le persone a rischio fame nel Sahel, in parte anche a causa di cali localizzati, ma di notevole entita', della produzione agro-pastorale. Le potenziali vittime sono cosi' distribuite: 5,4 milioni di persone nel Niger (35 per cento della popolazione); 3 milioni in Mali (20 per cento); circa 1,7 milioni in Burkina Faso (10 per cento); circa 3,6 milioni in Ciad (28 per cento); 850.000 in Senegal (6 per cento); 713.500 in Gambia (37 per cento) e 700.000 in Mauritania (22 per cento).
Molti i fattori che hanno determinato la crisi incombente: la siccita', il brusco calo della produzione cerealicola e il rialzo dei prezzi, la scarsita' di foraggio per il bestiame, una riduzione delle rimesse dall'estero da parte dei lavoratori emigrati, il degrado ambientale, le migrazioni. E' stato segnalato inoltre il notevole aumento di sfollati e rifugiati, tra cui circa 63.000 sfollati interni in Mali scappati a causa del conflitto in atto nel nord del Paese e altri 60.000 rifugiati nei Paesi vicini. ''Dobbiamo intervenire per evitare un ulteriore deterioramento della situazione alimentare e una crisi alimentare e nutrizionali su vasta scala'', ha detto il Direttore Generale della FAO, Jose' Graziano da Silva.
''Parte della soluzione risiede nel migliorare l'accesso dei contadini e degli allevatori ai mercati locali, incoraggiare l'uso di prodotti locali e applicare buone pratiche di riduzione del rischio per rafforzare la loro capacita' di resistenza alle emergenze'', ha aggiunto. ''Tutti i segnali indicano che la siccita' sta diventando una catastrofe umanitaria se non si agisce presto. Il mondo non puo' permettere che questo succeda e uno sforzo concertato si rende necessario per impedire che a decine di migliaia di persone muoiano per l'inazione internazionale'', ha detto alla Bbc Mamadou Biteye, direttore dell'Oxfam per l'Africa Occidentale.
