TUNISI – Una comitiva di 80 torinesi, di cui 34 dipendenti del Comune: tutti in crociera, per una vacanza fuori stagione in un Paese vicino, caldo e lontano dalle minacce del terrorismo. E invece la vacanza tunisina si è trasformata in un incubo. Mercoledì mattina sei persone del gruppo visitano il museo Bardo. E’ un museo archeologico e ha una collezione unica al mondo di mosaici romani.
Sono dentro al museo quando i terroristi, armati e vestiti da soldati, fanno irruzione. Il sequestro dura tre ore, le notizie sono confuse e frammentate. Al termine, due di questi sei torinesi riescono a contattare familiari e autorità . Parlano anche con il sindaco della loro città , Piero Fassino. Ma 4 di loro non danno notizie: sono “dispersi”, non si sa se stiano bene o meno.
Col passare delle ore  la situazione peggiora: dall’ambasciata italiana in Tunisia, infatti, arriva un bilancio che parla di 4 vittime italiane, tutti crocieristi della nave.
“Ho saputo dell’attacco dalla televisione, all’ora di pranzo. Ho subito provata a chiamarla sul cellulare, ma non riesco a mettermi in contatto”, ha detto Simone, 20 anni, figlio di Antonella Sesino, una delle dipendenti del Comune di Torino data come ostaggio. “Speriamo chiami al più presto, speriamo stia bene”, ha detto all’Ansa il giovane davanti alla sua casa di San Mauro Torinese, dove amici e parenti si sono stretti attorno al ragazzo e a suo fratello Giacomo, 24 anni. “Mia mamma viaggia spesso – racconta – ma era alla sua prima crociera. L’ultima volta che l’ho sentita è stato ieri, da Palermo. Poi oggi, appena saputo quello che era accaduto, ho iniziato a chiamarla, senza però riuscirci. So soltanto che l’ultima volta in cui si è collegata a WhatsApp erano le 14 in punto…”.