ROMA – Il pericolo di attentati in Italia, dopo quello a Tunisi, è concreto. A dirlo sono i servizi segreti italiani, che hanno lanciato la massima allerta per “possibili azioni in Italia”. Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri, ha definito l’attentato in cui sono morti 4 italiani un “attacco di una ferocia e gravità senza precedenti al cuore della Tunisia”. Intanto i primi risultati di misure di sicurezza più restrittive si fanno sentire a Brescia, dove Ahmed Riaz, un cittadino pachistano di 30 anni e sospettato di essere un jihadista, è stato arrestato.
Il quotidiano Repubblica scrive che la situazione è tesa e l’allerta è alta dopo l’attentato a Tunisi, dove 24 persone sono rimaste uccise, tra cui 4 italiani:
“Proprio ieri mattina, dopo un incontro con il segretario generale dell’Onu Ban Kimoon, Gentiloni ribadiva l’impossibilità di ogni trattativa con l’Is e i jihadisti. Poche ore dopo, era di nuovo davanti ai microfoni per condannare l’attacco ed esprimere la massima vicinanza al luogo della primavera araba. «La Tunisia è stata in questi mesi il paese della speranza — ha ricordato Gentiloni — ero lì venti giorni fa e ho percepito una grande consapevolezza dei rischi legati all’esperienza politica che è in corso, un governo di laici che ha vinto le elezioni e ha gli islamici moderati nella coalizione. Sono coscienti di essere sotto attacco».
In contemporanea, Alfano riuniva l’Antiterrorismo per fare il punto sulle minacce che riguardano l’Italia. Sono molti i tunisini nell’elenco dei quasi 70 cosiddetti foreign fighters diretti in Siria e Iraq passando per l’Italia — e svariati sono quelli espulsi nelle ultime settimane”.
Riaz, pachistano disoccupato arrivato in Italia e stabilitosi a Brescia, era sotto controllo da tempo e intesseva rapporti sui social network con estremisti della jihad. Per questo motivo ora Riaz è stato colpito da un provvedimento di espulsione e dovrà tornare in Pakistan:
“Riaz è solo una delle 4.432 persone controllate in Italia da gennaio, quando dopo la strage di Parigi le misure di sicurezza e sorveglianza di fenomeni di matrice jihadista sono state rafforzate. Era sempre ieri quando, in audizione al Comitato Schengen, il capo dell’Antiterrorismo Mario Papa dava cifre e analisi della situazione sul territorio nazionale: quasi cinquemila controllati, appunto, fra cui ci sono 141 perquisizioni domiciliari, 17 arresti e 33 espulsioni. Fra quegli espulsi, i tunisini sono numerosi, si sottolinea ora. E il messaggio dell’Antiterrorismo risulta chiarissimo: massiccio monitoraggio della rete e guardia già alta, anche prima della strage che ha colpito la Tunisia”.