Tunisia, dopo l’assedio ora l’accordo? Attesa per il nuovo governo di unità nazionale

La Tunisia si è svegliata nell’attesa dopo una giornata di spari, un’attesa per l’annuncio di un governo di unità nazionale. Secondo quanto riporta il sito della Bbc, il primo ministro tunisino Mohammed Ghannouchi ha parlato chiaramente di un accordo raggiunto con le forze di opposizione per formare un governo di unità nazionale, che aprirà “una nuova pagina nella storia del paese”.

“Domani (oggi 17 gennaio) annunceremo il nuovo governo che aprirà una nuova pagina nella storia della Tunisia” ha detto Ghannouchi, promettendo “tolleranza zero” nei confronti di chiunque minacci la sicurezza nazionale.

A Tunisi hanno sparato per ore e l’esercito ha circondato il palazzo presidenziale di Cartagine dove si sono asserragliati uomini della Guardia presidenziale, fedeli a Ben Ali. Come raccontano molti inviati, c’è però la Tunisia dei civili, che si sono organizzati per l’autodifesa dalle bande armate che imperversano nel paese, che tenta di resistere.

Tenta di resistere la Tunisia delle istituzioni, che vuole salvare il Paese nel rispetto della Costituzione ma sa che gli è rimasto davvero poco tempo per frenare la deriva con un governo di unita’ nazionale, unica riposta possibile alla crisi in cui in è caduto il Paese. E vuole resistere soprattutto la Tunisia di quel movimento che in queste settimane si è formato dal basso, innescato sì dal gesto estremo del giovane Mohammed che si è dato fuoco a Sidi Bouzid, e alimentato sì dall’esasperazione di tanti giovani disoccupati come lui, ma che si è trasformato ben presto in movimento per la libertà, la dignità della nazione e la fine della dittatura.

Le forze sane delle istituzioni e quelle dell’opposizione stanno cercando una mediazione per definire la lista dei ministri del governo di unità nazionale. Si è saputo che tre leader dell’opposizione dovrebbero entrare nell’esecutivo: secondo alcune fonti, Najib Chebbi, fondatore del partito di opposizione Pdp, sarà ministro per lo sviluppo regionale, Ahmed Ibrahimi, leader del partito Ettajdid, avrà la responsabilità dell’istruzione superiore mentre a Mustafa Ben Jafaar, leader dell’Unione per la libertà e il lavoro, avrà il ministero della salute. Ci saranno anche alcune conferme.

Ahmed Friaa, nominato ministro dell’interno al posto del destituito (e secondo Al Jazira arrestato) Rafik Hadi Kacem resterà al suo posto così come Kamel Morjane, ministro degli esteri nel governo del deposto Ben Ali. Mentre la battaglia attorno al palazzo presidenziale continuava a infuriare, si è avuta notizia di altre violenze. Kaies Bel Ali, fratello del deposto presidente sarebbe stato arrestato nel pomeriggio di ieri domenica 16 gennaio alla periferia di Tunisi assieme a quattro poliziotti che, cercando di coprire la sua fuga, avrebbero aperto il fuoco uccidendo quattro persone e ferendone altre 11.

L’Avenue Bourghiba, nel centro della capitale, si è trasformata nuovamente in un campo di battaglia tra presunti miliziani delle forze di sicurezza di Ben Ali da una parte ed esercito e polizia dall’altra. Con i blindati che percorrevano il viale, davanti a quel ministero dell’interno dove probabilmente si trova ancora in arresto il capo della sicurezza di Ben Ali, il generale Ali Seriati, vero leader delle milizie in rivolta. Non vi sarà ”alcuna tolleranza” nei confronti di chi semina il caos, ha detto il primo ministro Mohammed Ghannouchi parlando in tv. ”Abbiamo arrestato un gran numero di bande criminali che cercano di seminare il caos. Le forze dell’ordine, l’esercito, la polizia e la guardia nazionale stanno facendo un lavoro enorme per garantire la sicurezza della nazione e dei cittadini”.

Ma non ha voluto dire, Gannouchi, se i criminali di cui parlava siano proprio gli uomini di Seriati, che domani comparirà davanti ai giudici. Insomma, è la legalità che deve vincere. Anche per questo si sta cercando di fare piazza pulita del regime di Ben Ali arrestando componenti dell’odiato clan della moglie Leila che, secondo il quotidiano francese Le Monde, quando venerdi ha lasciato il paese ha portato con sé 1,5 tonnellate d’oro per un valore di 45 milioni di euro. E’ finito in manette Murad Trabelsi, cognato dell’ex presidente, all’indomani della morte di un nipote della ex first lady, Imed. La legalità deve vincere sul piano politico. Questa è la scommessa del Partito Democratico Progressista di Chebbi, il leader piu’ in vista dell’opposizione, che nel 2009 tentò inutilmente di candidarsi alle presidenziali. Proprio mentre lui era impegnato nei colloqui per il governo, la polizia fermava un taxi carico di armi davanti alla sede del Pdp, sparando colpi in aria e compiendo arresti.

Il problema della sicurezza è un incubo non solo per i tunisini, ma anche per gli stranieri che vivono in Tunisia o che stanno cercando di lasciare il Paese. Da ieri piu’ voli e anche navi sono a disposizione degli italiani che preferiscono rientrare. Resta difficile la situazione del Circo Bellucci, un centinaio di persone bambini inclusi bloccato a Sfax. Ma la Tunisia ancora ieri sera guardava soprattutto alla battaglia di Cartagine, che potrebbe segnare una svolta nei rapporti di forza fra i fedelissimi di Ben Ali e quell’esercito che si era rifiutato di sparare sulla folla.

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luiss_smorgana