TUNISI – Saranno chiuse 80 moschee, al di fuori del controllo dello Stato, per incitamento alla violenza dopo il massacro avvenuto a Sousse, sulla costa tunisina, dove un uomo armato ha massacrato 39 persone, la maggioranza turisti stranieri. L’annunciato è stato dato dal premier Habib Essid.
“Tutte le moschee chiuderanno entro una settimana”, ha detto Essid parlando ad una conferenza stampa a Tunisi. Il presidente ha poi detto che alcuni di questi centri di predicazione “continuano a diffondere la loro propaganda e il loro veleno per promuovere il terrorismo”.
Intanto, i sostenitori dello Stato islamico hanno rivendicato su Twitter la paternità dell’attacco terroristico: la dichiarazione, simile alle altre diffuse precedentemente dall’Is, spiega che “un soldato del Califfato” ha attaccato le “tane della fornicazione, del vizio e dell’apostasia” e questo “malgrado le misure” di sicurezza “rafforzate attorno a queste tane”. La maggior parte delle persone uccise, aggiunge, sono per la maggior parte cittadini “di Stati dell’alleanza crociata che combatte lo Stato del Califfato”. Pubblicata anche una fotografia del presunto attentatore, il cui nome di battaglia sarebbe Abu Yahya al-Kairouani. L’Is aveva già rivendicato l’altro attentato di venerdì contro una moschea a Kuwait City, che ha fatto almeno 25 vittime.
Non si fanno attendere le ripercussioni del colpo che i terroristi hanno voluto infliggere a un settore trainante dell’economia tunisina: il turismo (QUI LA MAPPA DEI PAESI A RISCHIO SECONDO LA FARNESINA). Il tour operator britannico ‘Thomson Holidays’ ha cancellato tutti i viaggi in programma la prossima settimana in Tunisia.
Il tour operator, riferisce il Daily Mail, ha annunciato di aver avviato l’evacuazione dei turisti con dieci aerei e di aver offerto altre destinazioni, tra cui le Canarie e Capo Verde, per coloro che avevano prenotato le vacanze nel Paese nordafricano.
Resort, alberghi e luoghi turistici blindati dall’esercito in Tunisia, dopo l’attentato a Sousse. Le nuove misure anti-terrorismo entreranno in vigore il primo luglio e prevedono lo schieramento di soldati riservisti nei “siti sensibili e nei luoghi che possono essere obiettivo di attacchi terroristici”.