Turchia, storica messa a Sumela, la “Montecassino d’Oriente”

Il monastero di Sumela, in Turchia

Circa 500 fedeli greco-ortodossi provenienti dalla Grecia, dalla Russia, dalla Georgia ma anche dagli Usa si sono dati appuntamento ieri per partecipare nei pressi di Trabzon (l’antica Trebisonda), in Turchia, alla prima messa in un antico monastero rimasto chiuso per 88 anni. Lo storico avvenimento, cui danno oggi ampio risalto i media turchi, si è tenuto nello spiazzo antistante le rovine del monastero di Sumela o (in greco) della Madonna della Montagna Nera (Panagi’a tu Me’las), luogo simbolo della fede cristiana d’Oriente.

Il santuario di Sumela è conosciuto anche come la ”Montecassino d’Oriente” perché per 15 secoli, dal 385 al 1923, è stato il monastero-guida per la salvaguardia della tradizione, dell’arte, della storia, della cultura greca e della religione in tutto il territorio del Ponto. L’antico sito è stato aperto al culto per una sola giornata per espressa autorizzazione del governo di Ankara in quella che sembra una timida iniziativa del partito di radici islamiche Giustizia e Sviluppo (Akp, del premier Tayyip Erdogan) di cercare di adeguarsi agli standard europei sulla libertà religiosa in vista di un’adesione all’Ue.

Nella stessa iniziativa si inserirebbe, secondo vari osservatori, anche l’autorizzazione concessa allo svolgimento, il 19 agosto, di un’altra messa nella chiesa armena della Santa Croce di Akhtamar, che sorge su un’isola del lago di Van, nella Turchia orientale. Il 5 agosto scorso, inoltre, nel villaggio di Yemisli nell’area di Mardin (Anatolia sudorientale), sono state riaperte al culto due chiese risalenti al IV e al VI secolo. Gli edifici sono stati restaurati grazie al contributo di 72 famiglie della comunità siro-ortodossa che in Turchia conta circa 5.000 fedeli.

Il monastero di Sumela si trova a quasi 50 km da Trebzon, tra le gole dell’Altindere (Torrente d’Oro), a 1.200 metri di altitudine, disteso per 40 metri su un lungo sperone roccioso del monte Zigana, a picco su un abisso. La cerimonia, che è stata officiata dal patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo primo, è stata celebrata in concomitanza con la festa ortodossa della ”Dormizione della Santa Madre di Dio”. Oltre ai circa 500 fedeli raccolti davanti agli antichi ruderi, un altro migliaio di persone ha seguito la cerimonia attraverso le immagini proiettate su alcuni maxi-schermi allestiti nella vallata sottostante.

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Maria Elena Perrero