Ucraina, nipote Stalin querela: “Non fu lui a causare carestia del ’32”

Stalin

La corte d’appello di Kiev ha riconosciuto responsabile Stalin e altri leader bolscevichi di genocidio per la grande carestia del 1932.

Per questa ragione il nipote del dittatore sovietico, Ievgheni Dzhungashvili, prosegue la sua offensiva “per difendere l’onore e la dignità del nonno” anche in Ucraina.

Il presidente ucraino uscente, Viktor Yushenko, dopo la sentenza, ha già chiesto un tribunale internazionale per giudicare i crimini bolscevichi. Dzhungashvili, come riferisce il quotidiano ucraino Sivodnia, ha chiesto al procuratore generale Aleksandr Medvedko di aprire un procedimento penale per diffamazione nei confronti dei giudici della corte d’appello della capitale, sostenendo tra l’altro la singolare tesi che nessuno può essere ritenuto responsabile per un reato – in tal caso il genocidio – non previsto dal codice penale all’epoca in cui fu eventualmente commesso.

Il nipote di Stalin ha già perso una prima causa contro il quotidiano russo Novaia Gazeta – il giornale di Anna Politkovskaia – per un articolo sui crimini commessi dal nonno dittatore nei confronti di milioni di cittadini sovietici e anche di migliaia di ufficiali polacchi trucidati alle fosse di Katyn nel 1940.

Ma non si è lasciato scoraggiare e lo scorso dicembre ha avviato un’altra azione legale contro radio Eco di Mosca, dopo che un conduttore ha letto alcune citazioni dal libro “Staliniada” di Yuri Borev. «Stalin – questa una delle citazioni – ha firmato un decreto che i bambini potevano essere fucilati come nemici del popolo a partire da 12 anni».

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Lorenzo Briotti