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Ucraina, soldatesse con i tacchi alla prova della parata. Le critiche dall’opposizione: “Idea idiota”

In Ucraina le soldatesse si esercitano con i tacchi. Il ministero della Difesa di Kiev ha diffuso le immagini di alcune soldatesse che marciano perfettamente allineate indossando scarpe a mezzo tacco invece dei tradizionali stivali ed è subito scoppiata la polemica.

Ucraina, soldatesse con i tacchi alla prova della parata per l’anniversario dell’indipendenza

La parata in questione, racconta il giornale inglese Guardian, è quella del mese prossimo, che segnerà il 30mo anniversario dell’indipendenza del Paese dopo il crollo dell’Unione Sovietica.

“Oggi, per la prima volta, l’esercitazione si svolge con scarpe con i tacchi”, ha commentato la cadetta Ivanna Medvid, secondo quanto riporta il sito di informazione del ministero della Difesa, ArmiaInform.

“È leggermente più difficile rispetto agli stivali dell’esercito, ma ci stiamo provando”, ha aggiunto Medvid. Tuttavia, l’idea non è piaciuta a diverse parlamentari vicine all’ex presidente Petro Poroshenko, che hanno invitato il ministro della Difesa ad indossare scarpe con i tacchi alla parata.

Ucraina, soldatesse con i tacchi alla prova della parata. Dal Parlamento: “Idea idiota e dannosa”

“È difficile immaginare un’idea più idiota e dannosa”, ha detto Inna Sovsun, del partito Golos, sottolineando che le soldatesse ucraine – come gli uomini – rischiano la vita e “non meritano di essere derise”.

Oltre 31.000 donne prestano servizio nelle forze armate ucraine, di cui oltre 4.000 sono ufficiali. La scelta delle calzature ha suscitato un’ondata di critiche anche sui social media.

“La storia di una parata con i tacchi è una vera vergogna”, ha detto su Facebook il commentatore Vitaly Portnikov, sostenendo che alcuni funzionari ucraini hanno una mentalità “medievale”. Un altro commentatore, Maria Shapranova, ha accusato il ministero della Difesa di “sessismo e misoginia”: “I tacchi alti sono una presa in giro delle donne imposta dall’industria della bellezza”, ha scritto.

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Gianluca Pace