Famiglie con bambini, all'aeroporto di Fiumicino (Roma), in partenza per le vacanze estive, 21 luglio 2012. E' infatti tempo di vacanze e di grandi partenze in aeroporto. Ma, nelle ultime settimane, chi parte, come anche nello scalo di Fiumicino, se non si è adeguato, ha dovuto fare i conti, non senza sorpresa, con una nuova norma entrata in vigore il 26 giugno scorso: l'obbligo anche per i minorenni in procinto di espatriare ad avere una loro carta d'identità valida per l'espatrio o un passaporto individuale. Non conta più solo, pertanto, che un bambino abbia i propri dati riportati sul documento del genitore. A rischio quindi lo stop all'imbarco. E diversi passeggeri, ignari del nuovo provvedimento, sono incappati, a quanto si è appreso, in queste settimane nell'inconveniente. Ma il fenomeno iniziale, viene riferito in aeroporto, è "drasticamente in calo". ANSA/ TELENEWS
ROMA – L’amministrazione Trump ha dato il via a controlli più severi sulla concessione dei visti che richiedono anche informazioni sulla gestione dei social media degli ultimi 5 anni, informazioni biografiche risalenti agli ultimi 15 anni tra cui e-mail, numeri di telefono, indirizzi, lavori precedenti e attuali, dati sui viaggi effettuati.
Il governo federale ha approvato il 23 maggio le nuove disposizioni per rafforzare i controlli delle persone che entrano negli Usa e ha diffuso un nuovo questionario per chi fa domanda per visti in America da tutto il mondo. Secondo la normativa, ora i funzionari consolari possono richiedere anche tutti i numeri dei precedenti passaporti dell’individuo.
Per i critici queste disposizioni sono eccessivamente gravose e porteranno a lunghi ritardi nell’elaborazione dei permessi, oltre a scoraggiare studenti e scienziati stranieri a recarsi negli Stati Uniti. Il Dipartimento di Stato, invece, ha spiegato che i funzionari chiederanno ulteriori informazioni nei casi in cui queste siano “necessarie per confermare l’identità del soggetto o condurre un rigoroso controllo sulla sicurezza nazionale”.