Lo spionaggio americano dopo l’11 settembre utilizzava metodi di vero e proprio terrore. La Cia americana aveva messo a punto un manuale con le tecniche specifiche da usare negli interrogatori: dal trattamento medico alle questioni giuridiche, senza tralasciare dettagli di vita quotidiana.
Per i presunti terroristi di al Qaeda la vita in cella era dettata da una serie di norme interne alla cerchia degli 007: niente era lasciato al caso. Ogni giorno i seguaci di Bin Laden dovevano assumere un tot numero di calorie, l’intensità della luce all’interno del carcere era regolata dall’alto, l’acqua doveva essere rigorosamente gelata per convincerli meglio a parlare durante il waterboarding.
Secondo quanto rivelato da un’inchiesta del New York Times e il Washington Post anche il sonno dei detenuti andava disturbato, 79 decibel d’intensità per un rumore assordante in grado da tenere sveglio e provare anche il terrorista più duro.
Una squadra di medici, dirigenti e avvocati aveva il compito di organizzare la routine giornaliera dei prigionieri, stabilendo quante volte potessero esser sottoposti ai ‘trattamenti’ più duri e per quanto tempo.
Sulla scìa dell’attentato alle Torri gemelle la Cia si era arrogata il diritto di imporre metodi da aguzzini contro quelli che coloro che andavano assolutamente distrutti: i nemicidella sicurezza americana.
