Una giovane, piccola e minuta mamma-poliziotta, Kimberly Munley, di 34 anni, con una figlia di 3, è l’eroina di Fort Hood, nel Texas. È stata lei a fermare sabato, ferendolo gravemente in una sparatoria da film western, Nidal Malik Hasan, l’autore della strage che ha fatto 13 morti e 28 feriti, a quanto riferisce il New York Times.
Kimberly, un sergente della polizia civile nella grande base militare, è caduta a terra con due pallottole in una gamba e un polso perforato, ma con una rivolverata al petto ha abbattuto Hasan, che aveva già esploso oltre 100 colpi contro le vittime. La poliziotta è fuori pericolo, in un ospedale dove ha subito due operazioni chirurgiche, con il marito Matthew, un membro delle Forze Speciali, e la bambina. Al suo sito Twitter sono già affluiti migliaia di auguri e ringraziamenti da tutta l’America.
”Ha dimostrato uno straordinario coraggio ed evitato una tragedia ancora più grave – ha detto il generale Robert Cone, il comandante di Fort Hood – compiendo un vero atto di eroismo a rischio della propria vita”. La giovane, che ha il grado di sergente, era alla base nell’auto della polizia con un collega al volante. Ricevuto l’allarme, si è precipitata sul luogo della strage.
Hasan, che stava inseguendo un ferito per finirlo, si è voltato e ha aperto il fuoco su di lei. Kimberly gli si è scagliata contro sparando all’impazzata. Non si sa quanti colpi l’omicida e la poliziotta abbiano esploso. Entrambi sono caduti a terra in pozze di sangue. Un ufficiale medico è accorso, curando prima le ferite di Kimberly poi quelle, potenzialmente mortali, di Hasan. I due sono stati portati in elicottero a ospedali diversi. A causa delle sue cattive condizioni, l’autore della strage non è ancora stato interrogato. La giovane si è limitata a dire: ”Ho fatto il mio dovere”.
Suo padre, Dennis Harbour, un ex sindaco di Carolina Beach, nella Carolina del Nord, ha dichiarato di non essere rimasto sorpreso del coraggio della figlia. ”E’ piccola di statura e minuta – ha riferito – ma è una straordinaria atleta e tiratrice. Fin da bambina ha fatto surfing e lotta giapponese ed è andata a caccia. Non ha mai avuto paura di nulla”.
La chiamano ”il topolino che può”. Nel 2002 la giovane si arruolò nell’esercito e venne mandata a Fort Hood, dove incontrò il futuro marito. Al principio del 2008, dopo il matrimonio e la nascita della figlia, ritornò a fare la poliziotta. Il generale Cone ha spiegato che Kimberley fu addestrata all’antiterrorismo: ”Fece tanto bene che la prendemmo come istruttore. Nella polizia fa parte del corpo speciale Swat (Special Weapons and Tactics), sa come agire in tragedie come questa. E’ una leader nata”.
Dal suo sito Twitter non si direbbe. Kimberly vi parla con amore della figlia, e con modestia del proprio lavoro: ”Sono contenta se posso aiutare qualcuno nella vita”. Maggiore aiuto a Fort Hood, ha rilevato il generale Cone, non poteva darlo. Quando visiterà la base, il presidente Barack Obama si recherà da lei per ringraziarla.