«Lady Al Qaeda» è stata condannata da un tribunale di New York per tentato omicidio e ora rischia il carcere a vita. Lei è Aafia Siddiqui, 37 anni, ed è una scienziata pachistana: la donna è sospettata di avere legami con l’organizzazione di Osama Bin Laden ed è stata inserita nella lista dei terroristi più ricercati.
Nel 2003 la donna era sparita dalla circolazione: prima, aveva vissuto una vita più che regolare negli Stati Uniti e si era laureata al Mit in neuroscienze. Dopo un matrimonio con un anestesiologo Aafia Siddiqui aveva avuto tre figli. Prima di diventare una super-ricercata la Siddiqui lavorava all’università di Karachi: dunque era tornata a vivere nel suo Paese d’origine dopo aver divorziato dal marito nel 2002. Contro di lei si è scatenata una vera caccia: la donna era ritenuta collegata a un piano per un attentato con una «bomba sporca» in una grande città Usa.
A luglio del 2008 l’arresto: la donna viene fermata in Afghanistan, perché trovata in possesso di materiali chimici sospetti. Viene interrogata da agenti dell’Fbi: lei cerca di scappare, strappando l’arma a un militare. Ed è proprio questo il punto sui cui è stata formulata l’accusa: Siddiqui avrebbe tentato di premere il grilletto per uccidere. La tesi è stata accolta dal giudice del tribunale di New York: in realtà, nella confusione seguita al suo tentativo di fuga, l’unica a restare ferita era stata proprio lei.
La difesa della donna invece, hadescritto un quadro totalmente diverso: la donna avrebbe solo tentato di scappare dalla stanza, spaventata, senza voler fare del male al personale Usa. I legali della scienziata hanno anche presentato un rapporto sull’anno e mezzo che la donna ha trascorso in carcere, prima in una prigione segreta della Cia e poi nella base di Bagram, in Afghanistan: lì avrebbe subito torture e violenze sessuali.
In nome di Aafia Siddiqui c’è stata una grande mobilitazione di connazionali pachistani, anche negli ultimi giorni: chiedevano che fosse liberata, scagionata. Invece, ora che è stata condannata per tentato omicidio, aggressione e altri crimini e rischia il carcere a vita.
