
Usa, l'Arcivescovo Cordileone vuole negare la comunione a Nancy Pelosi per il suo sostegno all'aborto (foto Ansa)
L’Arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone, ha detto che alla presidente della Camera USA Nancy Pelosi deve essere negata la comunione per il suo sostegno all’aborto.
Secondo quanto riferisce il Daily Mail, nel corso di un’intervista l’Arcivescovo avrebbe affermato che le opinioni della leader democratica sull’aborto stanno diventando “più estreme” e precisato che la sua azione è “pastorale e non politica”.
Un editoriale del San Francisco Examiner’s Editorial Board, ha accusato Cordileone di agire “in aperta sfida” con Papa Francesco. “La decisione e il caso Dobbs non hanno davvero nulla a che fare con i tempi”, ha detto Cordileone alla rivista dei gesuiti America Magazine, aggiungendo che Pelosi “nel corso degli anni mi ha incontrato e ha parlato con me un paio di volte. Ma la recente posizione pro choice sta diventando sempre più estrema e sempre più aggressiva”.
Il precedente con il presidente Biden
L’Arcivescovo ha fatto capire di aver provato a contattare Pelosi sulla questione, ma senza successo. In precedenza, Cordileone aveva provato a bandire il presidente Joe Biden dalla Comunione, ma aveva incontrato l’opposizione di Papa Francesco.
Cordileone ha affermato che vietando alla leader democratica la santa Eucaristia stava “seguendo il consiglio che papa Benedetto” aveva “inviato in una lettera ai vescovi degli Stati Uniti nel 2004”.
“Ci ha dato consigli su come affrontare questo problema con i politici cattolici e in particolare sulle due questioni di aborto ed eutanasia”, ha affermato.
Il Papa emerito “ha detto che dobbiamo incontrarci, dialogare, provare a spingerli sulla via della conversione. E se dopo vari tentativi si arriva al punto in cui è chiaro che non accadrà, allora il vescovo o il parroco, dichiari che la persona non deve essere ammessa alla santa Comunione”.
L’Arcivescovo e la sua vita turbolenta
L’Arcivescovo, tuttavia, ha commesso azioni moralmente discutibili, che hanno suscitato indignazione tra i membri di fede cattolica. È stato arrestato e rilasciato su cauzione con l’accusa di guida in stato di ebbrezza nell’agosto 2012 poco dopo essere stato nominato Arcivescovo.
In seguito aveva persino scherzato sull’arresto. Nel 2021 è stato attaccato quando si è rifiutato di pubblicare un elenco ufficiale del clero accusato “credibilmente” di abusi sessuali su minori. Ha inoltre presentato una mozione, insieme ad altri vescovi della California, chiedendo a un giudice di respingere una legge del 2019 che consentiva agli accusatori di abusi sessuali da parte del clero di citarli in giudizio. Ha anche affermato che la legge “cerca di correggere un’ingiustizia che non esiste nei confronti degli imputati della chiesa”, aggiungendo che “il legislatore non aveva prove di abusi diffusi dopo il 2003 e nessuna prova di insabbiamento”.
I vescovi, all’epoca, avevano affermato di provare “grande rimorso per i reati commessi contro le vittime” e di aver fatto delle riforme. La legge alla fine ha confermato e ritenuto costituzionale.