Se su Youtube trionfa il sapere condiviso gratuitamente con iniziative come la “Libera università del sapere”, in cui i docenti insegnano gratis a alunni di tutte le età, la rete sta però diventando una fonte di introito per un numero sempre maggiore di insegnanti che vendono le loro lezioni, non solo agli studenti ma soprattutto ai colleghi.
È il fenomeno è particolarmente significativo negli Stati Uniti, secondo quanto si legge sul New York Times. Insegnanti di tutte le discipline, forse anche a causa della crisi, si stanno improvvisando “imprenditori on-line” negli Usa. Programmi scolastici vengono venduti via Internet a cifre esorbitanti, per pagare il mutuo, fare una vacanza o ristrutturare la casa. I prezzi, infatti, non sono certo stracciati.
Un insegnante di educazione fisica, per esempio, ha messo on line una serie di video con le istruzioni su come giocare a basket per 197 dollari. Un altro professore, di italiano, sempre negli Usa vende invece lezioni su “Macbeth” per più di 500 dollari.
“Teachers Pay Teachers” è uno dei più grandi siti di questo genere con più di 200.000 utenti registrati e ha già fruttato 600.000 dollari da quando è stato aperto nel 2006. Il venditore più ‘accanitò ha guadagnato 36.000 dollari.
Il sito “We are teachers”, invece, ha debuttato l’anno scorso e offre già anche una forma di tutoraggio on line, utile sia per professori inesperti che per studenti.
«Il problema è anche morale – spiega Joseph Mac Donald docente presso l’Istituto culturale della New York University – vendere le lezioni sul web vanifica i tentativi di costruire siti dove gli educatori si possono scambiare liberamente idee e unità didattiche».
