WASHINGTON, STATI UNITI – Sembra non bastare ai sacerdoti cattolici negli Stati Uniti il parziale dietrofront del presidente Barack Obama sulla questione della copertura assicurativa per i contraccettivi anche da parte degli enti religiosi, in particolare cattolici; una misura prevista dalla riforma sanitaria Usa ma osteggiata dai vescovi americani.
Nelle messe in buona parte delle Chiese cattoliche del Paese, i preti hanno continuato a esprimere severe critiche nei confronti del provvedimento e anche della nuova disposizione, secondo cui le istituzioni affiliate con organizzazioni religiose, come ad esempio le universita’ cattoliche, non avranno piu’ l’obbligo di coprire la spesa sanitaria dei dipendenti per gli anticoncezionali, che verranno comunque, se del caso, pagati dalle assicurazioni.
“Le organizzazioni religiose non dovranno pagare per questi servizi o provvedervi direttamente”, aveva precisato Obama. Tuttavia, ad esempio, nella Brendan Church di San Francisco, come riferisce il Wall Street Journal, il reverendo Michael Quinn ha paragonato la posizione della Chiesa a riguardo alla battaglia per i diritti civili dei neri negli anni ’50.
Oppure, a Miami, l’arcivescovo Thomas Wenski ha definito la misura ”una incursione senza precedenti dello Stato nel campo della liberta’ religiosa e dei diritti di coscienza”, mentre il vescovo Thomas Tobin di Providence si e’ chiesto in un comunicato ”quale autorita’ abbia il presidente per imporre questa politica immorale”.
Tuttavia, anche se i vescovi cattolici e varie istituzioni sono scesi sul piede di guerra, sondaggi recenti hanno rivelato che la maggioranza dei cattolici sono a favore delle nuove norme contraccettive. Secondo una ricerca condotta la settimana scorsa dal Public Religion Research Institute prima che l’amministrazione facesse la parziale marcia indietro, il 58 per cento dei cattolici ritiene che tutti i datori di lavoro dovrebbero occuparsi di fornire ai loro dipendenti piani assicurativi che prevedano anche la copertura dei contraccettivi.