Usa: scoperto mega cyber-attacco, sospetti sulla Cina

NEW YORK – Un cyber-attack in grande stile da un 'misterioso nemico': da almeno cinque anni, i computer di oltre 70 grandi aziende e agenzie governative di diversi Paesi e persino delle Nazioni Unite erano stati 'infiltrati': lo ha scoperto l'azienda americana di sicurezza informatica McAfee, che al momento non identifica eventuali colpevoli, mentre diversi esperti gia' affermano apertamente che l'attacco arriva molto probabilmente dalla Cina.

''Noi non puntiamo il dito contro nessuno, ma riteniamo che ci sia un Paese'' dietro l'operazione, ha detto Dmitri Aperovitch, vice presidente di McAfee per le ricerche e uno dei principali autori del rapporto in cui si riferisce dell'attacco.

Secondo quanto e' emerso finora, 49 dei 72 obiettivi presi di mira dai fantomatici hacker sono organizzazioni negli Stati Uniti. Ma ci sono anche governi e organizzazioni in Canada, Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Svizzera e Gran Bretagna.

E anche il Comitato Olimpico internazionale, il segretariato delle Nazioni Unite, un laboratorio del dipartimento Usa per l'energia: Questo spiega perche' Aperovitch parla di ''un Paese'' dietro l'operazione, perche' a spiare organismi di questo tipo non si ottengono benefici finanziari.

Esaminando la lista degli obiettivi rivelati, (molti nel rapporto non vengono citati esplicitamente), tra cui l'azienda di sistemi militari Usa Lockeed Martin Corporation, si capisce che gli intrusi erano alla ricerca di informazioni sensibili sulla difesa, e anche sulle comunicazioni satellitari, sull'elettronica, sulle compagnie petrolifere.

James Lewis, esperto di sicurezza informatica del Centro per studi strategici e internazionali, parlando con il Washington Post e molto esplicito: ''Il piu' probabile candidato e' la Cina'', in particolare, sottolinea, per l'attenzione verso Taiwan e verso il Cio alla vigilia dei giochi olimpici di Pechino 2008. ''E non e' una novita'. Va avanti cosi' dalla Cina almeno sin dal 1998'', aggiunge, di certo riferendosi anche alla scoperta lo scorso anno che hacker cinesi erano entrati nel network di Google.

Nel febbraio scorso, sempre McAfee aveva denunciato che almeno cinque compagnie petrolifere multinazionali avevano subito attacchi da hacker cinesi. Pechino aveva reagito negando qualsiasi collegamento con la vicenda e sottolineando di essere stata a sua volta vittima di diversi attacchi informatici. Come dire, nessuno e' immune, e' come se fossimo in guerra.

E in effetti, affermando che ''oggi cerchiamo cyber-warrior (guerrieri informatici) e non scienziati missilistici'', Richard George, direttore tecnico del settore per la cyber-difesa della National Security Agency (Nsa) americana, sembra confermare l'atmosfera di conflitto. La Nsa, del resto, scrive ancora il Washinton Post, ''gioca in difesa e all'attacco nelle cyber-guerre''.

E per questo che sara' presente in massa, per reclutare, alla convention annuale degli hacker che si svolgera' questa settimana a Las Vegas. Una riunione in cui l'anonimato e' protetto al punto che i 150 dollari di biglietto possono essere pagati solo in contanti. Niente carte di credito.

Un sistema che di certo fara' piacere anche ai reclutatori, non solo della Nsa, ma anche del dipartimento della Difesa, della Nasa e di altre agenzie statali che sicuramente saranno presenti.

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luiss_smorgana