Usa: sicurezza Casa Bianca “violata” 91 volte

La Casa Bianca a Washington

Cresce negli Stati Uniti la paura per attentati al Presidente. Dal 1980 ad oggi la Casa Bianca sarebbe stata “violata” ben 91 volte. A rivelarlo è il Washington Post che ha ricevuto in via confidenziale dall’intelligence americana un rapporto del 2003 che racconta appunto come il sistema di sicurezza dal 1980 a oggi sia stato violato ben 91 volte.

L’ultimo caso è quello dei due “finti vip” che si sono “imbucati” alla cena di gala di Barack Obama due settimane fa, ma di esempi da fare ce ne sono molti altri. Tareq e Michaele Salahi, infatti, sono solo al numero 91 nella lunga lista degli “evasori” della sicurezza alla Casa Bianca. Otto di questi infiltrati sono riusciti ad evadere ogni controllo e ad entrare in contatto con il Presidente o con un altro personaggio sotto protezione degli agenti dei servizi segreti.

Nell’ottobre 1982 gli Imes, un’allegra famigliola composta da padre, madre e due figli a bordo di un minivan,- si è limitata a suonare il claxon davanti ad un cancello della Casa Bianca. L’altro cancello era rotto e le guardie li hanno lasciati entrare convinti che ne avessero il diritto. C’è poi il sacerdote californiano Richard Weawer che riuscì a imbucarsi per ben quattro volte prima di essere arrestato. Convinto che Dio lo rendesse “invisibile alla sicurezza”, strinse la mano a George Bush padre il giorno del suo insediamento. Poi partecipò a una sua prima colazione di preghiera nel 1991, al pranzo inaugurale di Bill Clinton nel 1997 e ad una prima colazione di preghiera di George Bush figlio nel 2003.

Incredibile la performance della 27enne Mary D’Aiuto, convinta di avere “una relazione speciale” con Bill Clinton. Malgrado fosse nota al Secret Service per questa sua mania, riuscì ad imbucarsi nel 1998 ad una caccia all’uovo sul prato della Casa Bianca, dove appare in diverse fotografie. Infine, nel luglio 2003, un “clandestino” riuscì a confondersi fra i giornalisti al seguito di Bush figlio, viaggiando sull’Air Force One fra il Sudafrica e l’Uganda. Nessuno di questi e altri “gate-crasher” si è rivelato essere una persona pericolosa, ma le loro azioni dimostrano l’esistenza di numerosi punti deboli nella sicurezza offerta al presidente dall’apposito corpo del Secret service.

I servizi segreti hanno ammesso che durante la presidenza di George W. Bush, le minacce internazionali e interne a lui rivolte sono aumentate e la situazione non è migliorata dall’elezione di Barack Obama. Dopo l’episodio dei Salahi, i servizi segreti hanno così deciso di incrementare ulteriormente le procedure di sicurezza. Già per le feste di Natale la Casa Bianca ha annunciato che aumenterà il personale a tutti gli ingressi in occasione delle cerimonie ufficiali.

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luiss_vcontursi