Usa, sicurezza in volo: monta la protesta di piloti e viaggiatori contro i body scanner

I body scanner non piacciono a piloti e viaggiatori statunitensi. Poco importa, dal loro punto di vista, che l’allarme attentati sia tutt’altro che rientrato: l’opinione di sempre più persone, sia addetti ai lavori, sia semplici viaggiatori, è che le nuove tecnologie di controllo siano troppo invasive.

Il problema, per aeroporti e compagnie aeree diventa ancora più pressante in vista delle vacanze di Natale, quando aumentano i viaggiatori e l’esigenza di controlli accurati si fa più pressante. Dopo gli ultimi attacchi (il nigeriano che nascondeva una bomba nelle mutande più o meno un anno fa, solo per citare un esempio), gli aeroporti Usa hanno rinforzato i controlli dotandosi in modo massiccio di body scanner.

Peccato, però, che i marchingegni non siano visti di buon occhio quasi da nessuno. Scrive la Reuters, per esempio, che le compagnie aeree ricevono quotidianamente segnalazioni da parte di persone che semplicemente minacciano di non volare più se non si adotteranno strategie di controllo “meno invasive”.  Non secondaria la questione sanitaria: i passeggeri non si fidano dei raggi e chiedono di tornare alle perquisizioni manuali.

Il malcontento arriva anche dai piloti, stanchi, scrive sempre la Reuters “di essere considerati una minaccia terroristica”. Il risultato è che, in presenza di voli che richiedono il passaggio sotto i body scanner, sempre più piloti si danno malati.

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Emiliano Condò