Hilton e Starwood raggiungono un accordo, mettendo di fatto fine alla guerra del lusso a ‘5 stelle’ che si protrae da oltre un anno. Per risolvere la disputa legale con la quale viene accusata di spionaggio industriale, Hilton accetta di non dare vita a nessuna nuova catena alberghiera di lusso per almeno due anni, di sottoporre i propri documenti di marketing e le proprie strategie a dei supervisori, una sorta di baby-sitter come li definisce il New York Times, e di pagare una cifra non precisata a Starwood. Secondo indiscrezioni si tratta di 75 milioni di dollari subito e altri 75 milioni che Starwood potrebbe più avanti incassare in contratti di managament alberghiero.
”Alla luce dei fatti non avevamo altra scelta che quella di tutelare il nostro marchio e i nostri clienti” osserva l’amministratore delegato di Starwood, Frits van Paasschen. ”L’accordo – aggiunge – rafforza le nostre tutele e ripristina un campo di gioco con regole uguali per tutti”.
Chris Nassetta, amministratore delegato di Hilton, si dichiara soddisfatto dell’accordo raggiunto, che mette “fine a una lunga disputa”, e ribadisce l’impegno di Hilton “per una concorrenza leale, etica e forte”. Nonostante l’accordo, il gran jury federale di Manhattan continuerà a indagare per accertare se ci siano o meno gli estremi per accuse penali nei confronti di Hilton e di alcuni suoi ex dipendenti.
Lo scorso anno Starwood ha accusato Hilton di aver utilizzato documenti segreti rubati per sviluppare la nuova catena di alberghi di lusso Denizen, che avrebbe dovuto aprire quest’anno ed entrare in diretta concorrenza con la ‘W’ di Starwood.
In base alle accuse rivolte a Hilton, società controllata dal gruppo Blackstone, Ross Klein e Amar Lalvani, ex manager Starwood passati a Hilton nel 2008, avrebbero rubato più di 100.000 documenti elettronici e cartacei contenenti “informazioni altamente sensibili”.
Starwood, nell’accusa, ritiene che i più alti vertici di Hilton abbiano concesso la propria implicita approvazione al furto passandoci sopra. Dell’intesa raggiunta fra i due giganti alberghieri si dichiarano soddisfatti sia Lavlani sia Klein. ”Amar è soddisfatto dell’esito raggiunto in via amichevole e preme per concentrare la propria attenzione, la propria energia e il proprio talento in sforzi più costruttivi e produttivi” osserva Christopher J. Morvillo, legale di Lavlani. ”Continuiamo a negare tutte le accuse ma siamo soddisfatti del fatto che la causa – aggiunge Ronald J. Nessim, avvocato di Klein – sia alle nostre spalle. Continueremo ad agire in modo etico e con integrità nel futuro”.
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