Vanessa e Greta: riscatto ci fu, New York Times. Ma anche Berlusconi pagò sempre

Vanessa e Greta: riscatto ci fu, New York Times. Ma anche Berlusconi pagò sempre

ROMA – Vanessa e Greta, riscatto ci fu, New York Times. Ma anche Berlusconi pagò sempre. Su Vanessa e Greta, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, mentre ribadiva che nessun riscatto è stato pagato per la loro liberazione, ha anche detto un’altra cosa, e cioè che le decisioni assunte sono in linea con quelle assunte dall’Italia nel passato in casi simili. Per cui, se pagamento inconfessabile c’è stato, è perché i governi, non questo governo, hanno sempre pagato. A partire da quello di Berlusconi: strumentalizzazioni politiche ai danni dell’ultimo ministro lascerebbero dunque il tempo che trovano.

Uno 007 in pensione ha confidato al Fatto Quotidiano che l’Italia ha “SEMPRE” pagato ricatti, calcando appunto sull’avverbio e dileggiando un po’ l’ingenuità di chi crede alla versione governativa, di qualsiasi colore. Una pratica estesa a tutti gli scenari di guerra, dall’Iraq all’Afghanistan (si trattava con i signori della guerra locali), fino ai pirati che infestano l’Oceano indiano.

 E allora ha ragione il nostro ex 007 che per trattare devi avere tempo, i danari non sono un problema. Tempo e buoni contatti sul territorio. Ma per i quattro contractors rapiti in Iraq in quel 2004, non ci furono trattative, né soldi spesi: Maurizio Agliano, Umberto Cupertino, Salvatore Stefio, i tre sopravvissuti dopo l’uccisione di Fabrizio Quattrocchi, furono liberati dopo un blitz. “E come fai a individuare una stamberga di Ramadi, città a oltre cento chilometri da Baghdad, dove i tre erano rinchiusi insieme a un polacco (Jerzy Ros, ndr) se non paghi informatori, gole profonde, gente che sta un po’ di qua e un po’ di là?”.

L’allora ministro degli Esteri, Franco Frattini, disse che non c’era stata trattativa: “È stata una azione di intelligence e militare senza spargimento di sangue”. “Beato te – è la replica – e che doveva dire? Darvi il numero del bonifico con l’iban e tutto? Ma per favore, la linea è sempre la stessa, ieri come oggi, con Frattini o con Gentiloni. Negare, negare sempre. Per i tre la trattativa fu lunga, soprattutto dopo l’esecuzione di Quattrocchi (“vi faccio vedere come muore un italiano”, ndr), e con varie concessioni. (Enrico Fierro, Il Fatto Quotidiano)

Rispetto all’ultima vicenda, continuano intanto a giungere diverse conferme informate, il pagamento per liberare Vanessa e Greta c’è effettivamente stato. Rukmini Maria Callimachi, giornalista del New York Times e grande esperta di rapimenti in Medio Oriente (ha svelato fra l’altro come l’Europa, vero bancomat dei jihadisti, abbia pagato in totale 125 milioni di dollari in 6 anni) ne è sicura e lo ha dichiarato al Fatto Quotidiano.

Cominciamo col dire che il governo italiano ha sempre pagato per i riscatti. Conosco da vicino i casi di Sandra Mariani, e Rossella Urru, entrambe rapita da al Qaeda in Algeria. Nel caso di Mariani gli appoggi locali erano in Burkina Faso, il denaro è stato stanziato dal governo italiano e pagato attraverso mediatori locali. Spesso però questo riscatto è mascherato da aiuto umanitario. Il Paese europeo paga una governo locale o una ong, che poi gira il dovuto ai sequestratori. L’ha fatto anche la Germania nel 2003 in Mali. Si scrive aiuto umanitario, si legge riscatto. (Alessio Schiesari, Il Fatto Quotidiano)

Published by
Warsamé Dini Casali