Si chiude l’anno sacerdotale ma, per i preti cattolici, “mai viene meno la radicale chiamata alla santità, che vede nella verginità e nella purezza” e “nell’autentica docilità e obbedienza” “due elementi costitutivi”. Lo ha affermato il segretario della Congregazione per il Clero, monsignor Mauro Piacenza, introducendo giovedì sera a San Pietro la veglia di preghiera per la chiusura dell’Anno sacerdotale, alla presenza di 15 mila sacerdoti provenienti da ogni parte del mondo, e alla quale partecipa anche il Papa.
“Accogliamo i frutti di questo prezioso anno – ha detto monsignor Piacenza – sapendo che, in questi giorni, se ne conclude solo cronologicamente la celebrazione, mentre ciò che quest’anno ha significato e il richiamo che ha rappresentato non finisce mai”.
Questo perché – ha spiegato – “non ha mai fine la fedeltà di Cristo”, né “la chiamata a noi rivolta ad una personale fedeltà”, né l’importanza della Comunione e della Confessione. Mons.Piacenza ha quindi auspicato che si rinnovi quotidianamente in ciascun sacerdote l’amicizia con Cristo, “unica reale causa di fedeltà, autentico ristoro della fatica, serena confidenza in ogni prova”.