
PECHINO – Il virus della Mers desta l’allarme dalla Corea del Sud alla Cina. Due vittime, 35 contagiati e altre 1400 persone in quarantena: questo il primo bilancio del Korean Center for Disease Control and Prevention. Un bilancio che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è destinato a salire. I primi sintomi sono tosse e febbre, difficili da distinguere da una banale influenza e che nel caso del paziente “zero” coreano hanno ritardato la diagnosi di Mers.
Nicla Panciera su La Stampa spiega che parenti, staff medico e altri pazienti degli ospedali dove sono morte le due persone per il virus sono a rischio contagio:
“Sono queste le cifre provvisorie di un allarme scattato il 20 maggio scorso, data della diagnosi del “paziente zero”, un uomo di 68 anni rientrato in Corea del Sud il 4 maggio dopo un viaggio in Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e Bahrain. I sintomi del virus, identificato per la prima volta nel 2012 in Arabia Saudita, sono spesso indistinguibili da quelli di altre malattie respiratorie, con tosse e febbre, e a volte disturbi gastrointestinali.
E mentre sono salite quasi a 1400 le persone in quarantena, le autorità coreane – finite nel mirino per un’eccessiva lentezza nella risposta di contenimento del virus – proprio per evitare il diffondersi dell’epidemia hanno già predisposto la chiusura di oltre 700 scuole nell’area intorno alla capitale”.
La mortalità della Mers, sottolinea l’Oms, è del 36% e c’è il timore che il virus, per cui non esistono cure o vaccini, si diffonda rapidamente come già accadde con la Sars, che ha causato 800 morti tra il 2002 e il 2003:
“Non solo la Corea del Sud è in allarme. La paura è arrivata anche a Pechino. Le autorità cinesi hanno intensificato le procedure precuazionali e messo in isolamento poco meno di un centinaio di persone, tra cui alcuni sudcoreani, dopo che un individuo sudcoreano giunto in Cina con il bus è risultato positivo ai test la scorsa settimana. Anche Hong Kong e Taiwan hanno intensificato i controlli”.
