Vivaldi e Bach chiudono le giornate nella città della musica sulle Ande

Il dialogo fra gli strumenti comincia di primo mattino, quando dalle finestre aperte il flauto dà il buongiorno alla viola, clarinetti e violini fanno gargarismi per schiarirsi la voce e infine sua altezza il trombone mette tutti a tacere con la sua nota più regale e cavernosa. Ma questo, da almeno 300 anni, è il destino di Urubichá, una borgata di 6 mila abitanti nel Nord-Est della Bolivia, ai bordi della foresta amazzonica. La città della musica.

Leggi l’articolo originale da: Corriere della Sera

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