
ROMA – “Alcuni governi hanno accesso diretto alle comunicazioni dei nostri utenti”. Vodafone lo dichiara in un “disclosure report“, un dettagliato comunicato sulla privacy dei propri utenti in cui spiega che sono 29 i Paesi le cui agenzie governative non hanno bisogno di autorizzazioni per intercettare le telefonate. I nomi dei paesi però non sono stati divulgati e nemmeno l’entità dei dati intercettati.
In una nota, scrive Repubblica, la società , che è la seconda più grande compagnia di telefonia mobile al mondo, ha dichiarato:
“Le agenzie governative in un piccolo numero di paesi in cui opera ha l’accesso diretto alla propria rete”, consentendo quindi loro di “ascoltare le chiamate”. Il tutto senza chiedere autorizzazioni”.
La nota della Vodafone arriva dopo le rivelazioni di Edward Snowden, l’ex agente della Nsa e “talpa” del Datagate, che ha sollevato il dibattito sulla privacy e sulle intercettazioni degli utenti. Nella nota si legge:
“In un piccolo numero di paesi, la legge impone che le agenzie e le autorità specifiche abbiano accesso diretto alla rete di un operatore, evitando qualsiasi forma di controllo operativo sull’intercettazione da parte del gestore”.
Repubblica conclude:
“Vodafone non ha nominato i paesi in cui questo può accadere, ma nel documento si chiede ai governi di modificare la normativa in modo che le intercettazioni possano avvenire soltanto per motivi giuridici”.