
SYDNEY – L’uomo che diventò nemico pubblico in Usa per aver rivelato i segreti della guerra in Vietnam, Daniel Ellsberg, ha rivelato che il fondatore di Wikileaks, Julian Assange si rivolse a lui per consiglio e per chiedergli di far parte dell”’armatura politica” del suo sito web.
Ellsberg, un ex militare che nel 1971 consegnò al New York Times i Pentagon Papers, un dossier segretissimo di 7.000 pagine che tra l’altro rivelò l’ammissione della Casa Bianca che la guerra in Vietnam non poteva essere vinta, descrive il suo primo incontro con Assange in un nuovo libro del giornalista dell’emittente australiana Abc, Andrew Fowler, ‘The Most Dangerous Man in the World’ (Melbourne University Press), da oggi nelle librerie.
La storia del rapporto fra i due getta luce sulle motivazioni che spingevano Assange nella sua impresa, e i dilemmi che dovette affrontare all’inizio. Nel 2006, in un articolo su Harper’s Magazine, Ellsberg aveva detto di sperare che qualcuno facesse trapelare informazioni sui piani dell’amministrazione Usa di invadere l’Iraq. Subito dopo ricevette una mail in codice da Assange, che ”nel suo caratteristico stile di enfasi retorica”, chiedeva il suo aiuto. Assange era sempre stato un grande ammiratore di Ellsberg e gli chiese consiglio per aiutare a pianificare e a proteggere le sue operazioni.
”Vorremmo che facessi parte della nostra armatura politica”, aveva scritto. ”Più armatura abbiamo, particolarmente nella forma di uomini e donne santificati da ideali, storia e classe, meglio potremo agire come giovani temerari e farla franca”. Ellsberg all’inizio era sospettoso, racconta, temendo che l’intero piano di Wikileaks fosse una trappola dei servizi segreti per scovare e perseguire i ‘wistleblowrer’, gli informatori di segreti.
