Wikileaks, Assange: “Richiesta di arresto è persecuzione”

La richiesta di arresto avanzata dal procuratore svedese Marianne Ny è un “abuso di potere” teso alla “persecuzione” di Julian Assange. Lo scrive il consigliere del fondatore di Wikileaks, Mark Stephens, in un comunicato ufficiale rilanciato via Twitter da Wikileaks stesso.

“Nonostante il suo diritto al silenzio, il mio cliente (Assange) ha ripetutamente offerto la propria disponibilità ad essere interrogato, in Svezia e poi anche in Gran Bretagna (anche nell’ambasciata svedese), sia di persona che telefonicamente, in videoconferenza, per mail, o anche tramite una dichiarazione spontanea in forma di affidavit”, si legge nel comunicato di Stephens.

“Tutte queste proposte sono state rifiutate da un procuratore che sta abusando dei propri poteri, insistendo sulla necessità che Assange ritorni in Svezia a proprie spese per essere sottoposto a un circo mediatico che lei (la Ny) orchestrerà”. Per il consigliere di Assange, la richiesta di arresto “è inutile e sproporzionata, e contravviene alle convenzioni europee e ai rapporti bilaterali Gran Bretagna-Svezia. Questo comportamento rappresenta una persecuzione”.

“Prima di lasciare la Svezia – prosegue Stephens – Assange ha chiesto di essere interrogato in diverse occasioni, nel mese che ha trascorso a Stoccolma, ma il procuratore disse al legale Bjorn Hurtig che era libero di lasciare il Paese, e cosi’ ha fatto”, conclude il consigliere ricordando i danni materiali e di immagine che la vicenda “che non ha basi legali”, ha arrecato ad Assange.

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Alessandro Avico