Da oggi è anche formalmente l’uomo più ricercato al mondo, al pari di Osama bin Laden. Julian Assange, avvocato di 39 anni originario del Queensland, in Australia ma dalla residenza misteriosa (Gran Bretagna? Islanda? altro?), è da oggi inseguito da un mandato di cattura internazionale emesso dall’Interpol, l’organo di polizia internazionale nel quale si riconoscono le polizie di 188 Paesi. Praticamente lo cerca il mondo intero. Anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha espresso l’auspicio ”che venga catturato e interrogato presto”.
Il suo Wikileaks ha provocato un tale terremoto che ora nei confronti di Assange non c’è diplomazia che non stia facendo pressione per la sua cattura, dagli Usa alla Francia, dall’Italia alla Svezia. Anche perché Assange si è permesso, in un’intervista all’americano Time, di chiedere le dimissioni di Hillary Clinton. ”Se è vero che ha chiesto ai suoi diplomatici all’Onu di comportarsi come spie, dovrebbe dimettersi”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata via Skype da una località segreta. Una richiesta bollata dalla Casa Bianca come ”ridicola e assurda”, ma che ha causato non poco imbarazzo al segretario di Stato americano. Impegnata oggi in una serie di incontri Osce in Kazakhstan, la Clinton ha ricevuto espressioni di stima e di apprezzamento da parte della comunità internazionale, compresa la solidarietà espressale personalmente dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
”Non abbiamo amico migliore – ha ringraziato lei -. Nessuno sostiene l’amministrazione americana con la stessa coerenza con la quale in questi anni Berlusconi ha sostenuto le amministrazioni Bush, Clinton e Obama”. Intanto le polizie del mondo da oggi sono coinvolte nella caccia ad Assange. Formalmente l’ordine di arresto (per stupro) è stato emesso dall’Interpol su richiesta della Svezia. Assange è accusato di violenza su due donne, e già il 18 novembre scorso la magistratura svedese aveva emesso un ordine di arresto nei suoi confronti. Le autorità svedesi lo volevano interrogare ”sulla base di ragionevoli sospetti” per fatti avvenuti in agosto. Assange è accusato di aver usato violenza in due distinti incontri avvenuti in agosto, mentre lui si trovava in Svezia con l’intenzione di chiedere la residenza.
I legali di Assange hanno già risposto, dicendo che il loro cliente nei giorni degli episodi contestati si trovava a Londra, e hanno presentato ricorso alla Corte Suprema di Stoccolma. Ma da oggi non è più solo la polizia svedese a dargli la caccia, bensì l’Interpol. Su richiesta della Svezia, l’Interpol (che si occupa in primo luogo di criminali di guerra, terrorismo, crimini contro l’umanità) ha reso noto di aver emesso nei confronti di Assange un ‘red notice’, un ‘avviso rosso’. E’ l’equivalente di un mandato di arresto internazionale, valido nei 188 Paesi aderenti. Nove invece sono quelli in cui l’Interpol non è riconosciuta e in cui potrebbe ipoteticamente riparare il ‘fuggiasco’: Palau, Isole Salomone, Kiribati, Micronesia, Tuvalu, Vanuatu, Corea del Nord, Taiwan e Groenlandia.
Quel ‘red notice’ comunque fa di Assange l’uomo più ricercato del Pianeta, come il capo di Al Qaeda. Non a caso negli Usa l’ex candidato repubblicano alla Casa Bianca, Mike Huckabee, ha chiesto per Assange la condanna a morte. Lui però resta pura ombra. Gli agenti lo cercano, ma non lo trovano. I giornalisti sì. Come il direttore di Time, Richard Stengel, che solo ieri lo ha intervistato via Skype ”da un luogo segreto”. Cosi’ come l’11 novembre aveva fatto Forbes, al quale Assange ha detto di aver pronte nuove rivelazioni. Nel mirino di Wikileaks, questa volta, le banche, il sistema-Wall Street. L’unica a difenderlo è Christine Assange, sua madre. ”Mio figlio è una brava persona che fa buone cose per gli altri”, ha dichiarato alla stampa australiana. Ma ha ammesso anche di essere ”un po’ preoccupata”.