ROMA – Difendere Julian Assange è una ”battaglia per la libertà di stampa nel XXI secolo”. Ne è convinto Alan Dershowitz, avvocato liberale appena entrato nel team legale del fondatore di Wikileaks.
”Julian Assange e Wikileaks non hanno rubato nulla – afferma Dershowitz intervistato dalla Stampa – Sono entrati in possesso di documenti riservati e li hanno pubblicati. La Costituzione americana garantisce tale diritto”.
Dershowitz fa sapere che contro Assange sono in corso tre procedimenti: in Gran Bretagna sulla richiesta di estradizione verso la Svezia, in Svezia sull’accusa di reati sessuali e negli Stati Uniti dove sta per essere comunicata l’incriminazione. Sull’atto di incriminazione ”c’è un contrasto nell’amministrazione Obama – aggiunge Dershowitz – Sulla libertà di Internet, la Casa Bianca ha due anime: è divisa fra chi vuole cavalcarla puntando a trasformare il web nella nuova frontiera della libertà di espressione in Paesi come l’Egitto, l’Iran, e la Cina e chi invece vuole punire Wikileaks in maniera talmente severa da impedire su Internet il ripetersi delle garanzie di libertà di stampa”.
L’incriminazione di Assange, secondo Dershowitz, minaccia di coinvolgere anche Twitter, ”a causa dell’accusa che sia stato il mezzo di trasmissione di alcune informazioni”. Dershowitz, infine, commenta di aver accettato la difesa per evitare che ”l’America diventi come l’Italia”, dove ”la libertà di espressione si è molto indebolita e il governo influenza pesantemente i media”.