I rivoluzionari del web sono pronti a scatenarsi, in nome di Assange: contro banche, multinazionali, per una rete libera, basandosi sull’esempio di Wikileaks. Per ora si sono fatti notare con attacchi a PayPal, Visa e Mastercard ma, promettono gli hacker, se Julian Assange sarà estradato in Svezia dove lo attende un’accusa per stupro, faranno di peggio.
“Anonymous” è uno degli hacker più attivi: ci sarebbe lui dietro la mobilitazione in rete per votare Assange come uomo dell’anno sulla copertina del Times. Finora sono arrivati 400mila voti: un’enormità che ha fatto schizzare in testa l’australiano fondatore di Wikileaks.
“L’armata degli hacker – spiega Tim Hwang sul Washington Post- è impegnata in una guerra di lunga durata. Ai suoi albori ha combattuto battaglie perdenti, come quella di Napster per piratare la musica, poi PirateBay, che è stato un sito pioniere nel saccheggiare contenuti protetti dal copyright. Ogni episodio è servito a reclutare nuovi sostenitori, convinti che il mondo intero va cambiato a immagine e somiglianza di Internet. Questo esercito continua a crescere, e non vede l’ora di misurarsi nella prossima battaglia”.