SAN’A – “Obama ha ucciso suo figlio e ora Trump uccide la figlia”. Così twittava domenica il gruppo jihadista Al Maqalaat, annunciando la morte della piccola Nora, 8 anni, figlia dell’ideologo di Al Qaeda Shaykh Anwar Al-Awlaqi, l’imam radicale americano-yemenita ed ex leader qaedista ucciso da un drone Usa nel 2011 in Yemen
La notizia è stata confermata anche dal Site, il centro di monitoraggio dei siti islamici diretto da Rita Katz. Nora era tra le 30 vittime del raid americano condotto domenica, il primo bombardamento sotto la presidenza Trump.
Il bilancio delle vittime della prima operazione antiterrorismo approvata dal neopresidente Usa è pesante: 14 sospetti membri di al Qaeda sono stati uccisi insieme a 16 civili, tra cui molte donne e bambini. Oltre a un soldato americano.
Il commando Usa spedito sul terreno nel centro dello Yemen aveva per obiettivo l’uccisione di tre alti esponenti dell’organizzazione terroristica. Nel blitz, scattato all’alba nel distretto rurale di Yakla, nella provincia di Bayda, sono stati uccisi Abdul-Raouf al-Dhahab, Sultan al-Dhahab e Seif al-Nims, tre leader qaedisti nel Paese, ma non tutto è andato come previsto.
Oltre al soldato americano ucciso, infatti, altri quattro militari Usa sono rimasti feriti, l’esercito ha perso un velivolo – un elicottero, secondo le indiscrezioni dei media – ma soprattutto l’operazione ha provocato un alto numero di vittime civili. Secondo fonti mediche, tra i 16 civili morti 10 erano donne e tre bambini.
Nonostante ciò il presidente Trump ha definito il raid un “successo” ed ha definito “eroico” il militare ucciso, auspicando una pronta guarigione ai soldati feriti. In precedenza il Comando Centrale aveva sottolineato – quasi a giustificare il blitz – che nell’operazione sono stati trovati documenti che probabilmente “forniranno informazioni su futuri piani terroristici”.
Il padre di Nora era già stato ucciso da un bombardamento nel 2011. Di origine yemenita ma nato in New Mexico, era un imam molto potente, considerato un reclutatore e motivatore dell’Islam radicale. I servizi segreti statunitensi lo identificavano come possibile successore di Osama Bin Laden.
Il nonno della bambina, Nasser al-Awlaki, ex ministro dell’agricoltura dello Yemen, racconta però che la piccola non è stata una vittima delle bombe. Pare infatti che alcune delle vittime siano morte in seguito a spari di soldati Usa che tentavano di avvicinarsi al campo di Al Qaeda. Intervistato dall’emittente televisiva americana Nbc, Nasser ha detto: “Mia nipote era a casa della madre quando ci fu l’attacco, e un proiettile l’ha colpita al collo. Anche gli altri bambini nella casa sono stati uccisi”.
Quella di domenica è stata la prima operazione Usa in Yemen dal dicembre del 2014, ovvero prima dell’inizio della guerra civile che ha permesso ad al Qaeda di espandersi nel Paese.