Concita De Gregorio tornerà a Repubblica dopo l’Unità?

Concita De Gregorio (Lapresse)

Il mondo dei giornali e della politica è percorso da un fremito per la domanda: dove andrà ora Concita De Gregorio? Se lo chiedono in molti, in prevalenza per la curiosità che è alla base della vita dei mercati, delle panchine ai giardinetti e delle redazioni. Ma non è una domanda banale, se la si collega alla risposta che molti si danno, quasi in automatico, per default direbbero gli esperti di computer. La risposta è che tornerà al quotidiano da cui era partita, la Repubblica.

Sarà interessante vedere come si comporterà Ezio Mauro: non volle prendere Furio Colombo né Mino Fuccillo quando lasciarono, in tempi successivi, la direzione dell’Unità e non gli fece scrivere mai nemmeno una breve. Ma forse questa volta farà uno strappo, con l’argomento che l’editore del giornale ex comunista non è più il comitato centrale ma un imprenditore, ancorché militante del partito che lo portò ai vertici della Regione Sardegna.

Staremo a vedere.

Intanto, la notizia dell’uscita della De Gregorio dalla direzione dell’Unità, anticipata dal sito Dagospia.com ha provocato uno strascico polemico tra la stessa De Gregorio e Roberto D’Agostino, creatore del sito.

Concita De Gregorio ha reagito inviperita con un articolo di fondo sul quotidiano da lei diretto ancora per pochi giorni dove mescola insulti, visioni apocalittiche degne di San Paolo, linguaggio vendoliano il tutto saldato dalla convinzione di rappresentare lei stessa l’archetipo delle persone decenti, corrette e per bene, in una forma di messianismo. Forse il passato, come peraltro possiamo già scommettere anche il futuro, è zeppo di gentaccia, ma nel fango della storia (non quello della macchina, che ormai c’è chi la vede impegnata a ciclo continuo, confondendo spesso critiche e anche insulti con operazioni da Cominform) galleggiano anche figure di persone dignitose, tali quali che ne saranno certamente anche in futuro, non certo per la palingenesi messa in moto dalla stessa De Gregorio, ma perché così sono gli esseri umani e sempre saranno.

Alla De Gregorio è scappata un po’ la mano. Ha scritto:

“Non avevo dubbi che, orfano del faccendiere piduista di stanza a Palazzo Chigi, il sito Dagospia – moderna versione di antiche veline dei Servizi – sostituisse la sua principale fonte, Luigi Bisignani oggi agli arresti, coi due o tre fra le migliaia di aspiranti sottopancia che quotidianamente fanno “filtrare”, come si dice in gergo, quattro menzogne miste a un dettaglio reale che dia credibilità all’insieme nella speranza di ottenere – gli aspiranti servi – qualche credenziale che assicuri loro quel che non può dargli la credibilità e il talento che non hanno”.

E ancora: “L’Italia, i palazzi del Potere, le aziende sono piene purtroppo di persone che ancora non hanno capito che quel tempo è finito, sta finendo, basterebbe vivere nella realtà per capirlo, osservare i dati che vengono dai risultati elettorali per saperlo con certezza: verrà il giorno, è vicinissimo, in cui la ‘fedeltà’ acritica e cieca, interessata al potente di riferimento non sarà più sufficiente a garantire un posto, uno stipendio, un potere. Sta arrivando il giorno in cui ciascuno sarà misurato sulla sua capacità, la lealtà, la cura per l’interesse collettivo e non per il proprio, il coraggio.

E poi: “Vale per il presidente del Consiglio come per i presidenti del proprio condominio, per gli esponenti di partito e per i rappresentanti sindacali, per la destra e la sinistra, per tutti. Sarà un processo lungo, perché in molti hanno moltissimo – tutto – da perdere, ma è irreversibile. E’ il verso della storia”.

C’è di più: “Dunque, non vale la pena che ci mettiamo qui a esaminare i veleni esalati da Dagospia e senz’altro utilizzati come fonte, oggi o domani, da giornali e tv organiche al sistema in agonia. E’ quella roba lì, quel potere marcescente e in parte già in galera. Voi che leggete queste righe avete già tutte le risposte, le avete avute nei giorni, in diretta, avete saputo quel che accadeva mentre stava arrivando. Vengo dunque piuttosto le notizie cosiddette ufficiali, alle agenzie di stampa che rilanciano rielaborandole certe fonti anonime per dare per certo il passaggio di mano alla direzione di questo giornale. Il mio contratto non è ‘in scadenza’, come direttore non ho ricevuto comunicazione alcuna, l’unico titolato a darmi indicazioni in questo senso è il mio editore esattamente come è avvenuto all’atto della mia nomina. Lui e non altri”.

L’articolo è stato riportato per intero da Dagospia, cui questo nostro blog è linkato.

Dagospia ha risposto prima inviperito del suo, poi quasi paterno.

Prima la pubblicazione dell’articolo citato sopra è introdotta da queste righe: L’IGNOBILE VENDETTA DI CONCITA – LA REAZIONE AL NOSTRO PEZZO SUL SUO PROSSIMO AVVICENDAMENTO ALL’”UNITÀ”? DIFFAMARE, DIFFAMARE, DIFFAMARE (DIMENTICANDO CHE LA STRARISAPUTA NOTIZIA È ANTICIPATA DA ADN-KRONOS) – TRANQUILLA, IL TEMPO DIRÀ SE ABBIAMO SCRITTO FANGO – IL CANTO DEL CIGNO: “CI SARÀ SEMPRE UN POSTO DOVE TROVARSI” (LEI DI SICURO UN POSTO LO TROVERÀ)…

Poi l’introduzione a un articolo di Repubblica sulla vicenda: CONCITA, PERCHÉ HAI FATTO QUESTO? PERCHÉ SABATO MATTINA SEI SALITA SULLA MACCHINA DEL FANGO INVESTENDO DAGOSPIA, REO SEMPLICENTE DI AVER ANNUNCIATO IL TUO STRARISAPUTO DEFENESTRAMENTO DALL’”UNITÀ”, QUANDO SAPEVI BENISSIMO CHE IL DADO ERA TRATTO E DOPO POCHE ORE SEI STATA COSTRETTA A RIMANGIARTI IL FANGO SPARSO E PRENDERLO IN QUEL BENEDETTO POSTO? – 2- COME HAI FATTO IERI A SCRIVERE CAZZATE DEL TIPO: “IL MIO CONTRATTO NON È ’IN SCADENZA’, COME DIRETTORE NON HO RICEVUTO COMUNICAZIONE ALCUNA, L’UNICO TITOLATO A DARMI INDICAZIONI IN QUESTO SENSO È IL MIO EDITORE ESATTAMENTE COME È AVVENUTO ALL’ATTO DELLA MIA NOMINA. LUI E NON ALTRI”? E SEI STATA SUBITO ACCONTENTATA.

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Marco Benedetto