NAPOLI, 20 GIU – Attraverso Luigi Bisignani il sito ‘Dagospia’ avrebbe ottenuto pubblicita’ per centomila euro all’anno. Lo scrive l’Ansa citando la richiesta di applicazione delle misure cautelari nei confronti dello stesso Bisigani, del parlamentare del Pdl Alfonso Papa e di altre 4 persone redatta dai pm di Napoli Francesco Curcio ed Henry John Woodcock nella richiesta di applicazione delle misure cautelari nei confronti dello stesso Bisignani.
La circostanza emergerebbe nel paragrafo in cui Papa e Bisignani parlano della cena di Vietti con ”quattro avvenenti ragazze”. Una notizia che viene ”proposta e presentata al Bisignani per Dagospia – scrivono i pm – e cio’ a conferma della cogestione occulta da parte del Bisignani medesimo del noto sito scandalistico, al quale lo stesso Bisignani, come lui stesso ha ammesso, ha fatto ottenere dall’Eni pubblicita’ per oltre 100mila euro all’anno”.
La risposta di Dagospia. Il dispaccio Ansa viene interamente pubblicato da Dagospia che poi risponde punto a punto al contenuto rivolgendosi direttamente al pm Woodcock:
Nel caso mai incontrasse la sua amica giornalista Federica Sciarelli, sulla strada della Procura di Roma, il nostro amato pm potrebbe farsi spiegare alcune cosette di facile facile comprensione:
1. Dagospia è un sito di notizie con un seguito e un successo superiore a quello delle sue inchieste
2. I giornalisti prendono le notizie dalle fonti, le verificano e le pubblicano. Le fonti le scelgono liberamente loro. Non se le fanno indicare dalle procure della Repubblica, almeno nell’Occidente democratico. Se tuttavia la spettabile Procura della Repubblica di Napoli vuole fornirci un elenco dettagliato e vincolante delle Fonti Autorizzate, ne terremo gran conto.
3. Bisignani non “cogestisce” questo sito. Scrivere una castroneria va bene. Diffamare, già meno.
4. Fare pubblicità su un sito che dà notizie liberamente come pochi altri in Italia dovrebbe essere un dovere civico dell’industria. Nelle sue inchieste, caro JHW, potrebbe piuttosto indagare sul perché i concorrenti di Eni e le altre grandi aziende che sprecano soldi in inserzioni su giornali che nessuno più legge – a parte forse alcuni pm ansiosi di apparirvi – non diano un po’ di pubblicità anche a Dagospia.
auguri