ROMA – Non succedeva dai tempi della prima guerra mondiale: dopo gli attacchi di al Qaida contro le Torri Gemelle e il Pentagono, martedì 11 Settembre 2001, Wall Street fu obbligata a chiudere i battenti per ben quattro giorni, fino alla mattina del lunedì 17 settembre.
C'erano ovviamente i timori di un crollo senza precedenti dei principali indici, ma non solo. Il New York Stock Exchange era in realtà inagibile, perchè era di fatto impossibile accedere al Financial District, non lontano dal WTC.
Inoltre, tra le circa tremila vittime delle Torri colpite a morte dagli uomini di Osama bin Laden, c'erano centinaia di broker. Cantor Fitgerald, numero uno tra gli operatori di titoli del Tesoro Usa, ha perso ben 600 dipendenti. La riapertura e' stata annunciata sabato 15 del presidente della Borsa Rick Grasso, dopo che i test informatici avevano dato esito positivo e le principali banche d'affari erano riuscite a riorganizzare le loro postazioni di trading.
Wall Street ha riaperto i battenti all'ora consueta, le 9.30 (le 13.30 in Italia), aprendo la seduta con due minuti di silenzio, seguito dal 'God Bless America' cantato da tutti i boroker presenti, accanto a un parterre di personalità.
C'erano il segretario al Tesoro Usa Paul O'Neill, il governatore dello Stato di New York George Pataki e il sindaco della Grande Mela Rudolph Giuliani. Sono stati proprio loro a presiedere i due minuti di silenzio, alla presenza di numerosi esponenti del Congresso eletti a New York, tra cui la senatrice Hillary Clinton, l'attuale segretario di Stato Usa.
Per garantire la riapertura in tempi brevi, i tecnici del Nyse e del Nasdaq, l'indice dei tecnologici, hanno condotto sin dal venerdì severi test sui circuiti telematici che permettono le transazioni, ottenendo risultati più che soddisfacenti.
Al risultato positivo hanno contribuito non poco gli sforzi delle compagnie telefoniche di New York, che hanno installato linee alternative per sopperire a quelle rimaste danneggiate dal crollo delle Torri Gemelle.
La prima giornata del dopo 11/9 si è chiusa con forti perdite, ma il tanto temuto panico che rischiava di portare gli indici a livelli bassissimi non c'è stato. Il Dow Jones ha accusato – è vero – la peggiore perdita in punti, ma non in percentuale), mentre il Nasdaq ha tenuto tutto sommato abbastanza bene.
Le cose sarebbero andate peggio in mancanza delle operazioni di sostegno: dal taglio dei tassi di interessi, all'annuncio di ambiziosi programmi di buy-back delle loro azioni da parte di numerose aziende americane.
