Accisa mobile per abbassare i prezzi di benzina e diesel, ecco cos’è (foto ANSA)
I prezzi di benzina e diesel sono ancora a livelli altissimi (seppur negli ultimi giorni il prezzo è diminuito) e il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha anticipato in Senato che il governo potrebbe usare l’accisa mobile per abbassarli. Questo meccanismo era stato usato 15 anni fa di fronte a un prezzo del petrolio triplicato in 18 mesi per la crisi internazionale dei mutui subprime.
La manovra finanziaria dell’epoca ha previsto che le accise sarebbero state diminuite “al fine di compensare le maggiori entrate Iva derivanti dalle variazioni del prezzo internazionale del petrolio greggio”. L’esecutivo si è dato lo scopo di ridurre di circa 20 centesimi/litro per tre mesi il prezzo alla pompa utilizzando come copertura finanziaria l’extragettito Iva causato dai prezzi in salita. In effetti l’Iva extra che arriverà nelle casse dello Stato è stata stimata in 600-700 milioni di euro complessivi per il primo trimestre 2022.
Un tesoretto che potrebbe riuscire a ridurre di 15-20 centesimi il prezzo al litro, diminuendo l’entità dell’accisa che è arrivata a 0,728 euro al litro per la benzina e 0,617 per il diesel. Inoltre l’accisa fa parte dell’imponibile Iva e quindi diminuendola scende anche l’imposta sul valore aggiunto. Una diminuzione di 10 centesimi delle accise farebbe abbassare di altri 2,2 centesimi di Iva e quindi un taglio di 20 centesimi equivarrebbe a 24,4 cent al litro. Rimarrebbe quindi rispettato il limite minimo per il valore delle accise fissato dalla UE in 359 cent/litro per la benzina e 330 per il diesel.