Adesso l’acqua santa diventa elettronica.
L’acquasantiera elettronica brevettata da un barista brianzolo ha benedetto gli affari della Acritech srl di Meda, allargando gli orizzonti aziendali ai quattro angoli del mondo. Un business urbi et orbi, che alla Acritech fanno fatica a contenere. E che presto potrebbe vedere l’apparecchiatura hi tech apparire persino in Duomo, a Milano.
Proprio una manna dal cielo, l’invenzione di Luciano Marabese, per questa impresa artigiana specializzata in pianali e complementi d’arredo per alcune importanti firme brianzole del design e dell’arredamento. Una novità , e una scommessa, che sta rivoluzionando l’attività e ridando vigore a un bilancio messo a dieta dalla crisi, passato dagli 850mila euro del 2008 ai circa 700mila del 2009.
«Per fortuna siamo riusciti a galleggiare», racconta Marco Barzon, uno dei due titolari, al Sole 24 Ore. «Adesso – specifica l’altro titolare Alberto Viganò – con l’acquasantiera elettronica, sta cambiando un po’ tutto». L’accordo non è ancora ufficiale, ma, come detto, il modello a prova di batteri dovrebbe approdare anche in Duomo a Milano.
L’acquasantiera è panciuta, realizzata in lastre di resina simili al marmo e antibatteriche, con sopra una croce e sotto la vaschetta. Giri una chiave e si apre il cuore tecnologico: un contenitore per l’acqua, la batteria, una fotocellula, un chip e un software per regolare il dosaggio, limitandolo alle quattro gocce sufficienti per bagnare le dita di un fedele.
«Sicuramente l’influenza A ha dato una grande visibilità al nostro prodotto – racconta Viganò –, tanto che ne hanno parlato in tutto il mondo, compresa la Bbc, e sono iniziate a fioccare le richieste».
Una coincidenza fortunata – perché il progetto era già in piedi prima dell’esplodere della fobìa H1N1 – che ha fatto accelerare a dismisura i tempi di industrializzazione. Così che Barzon e Viganò, oltre ad aver investito quasi 100mila euro per il via, si sono affidati a due responsabili commerciali, per mettere a punto un piano d’azione strategico Giulio Zucchetti e Roger Sasso: «Per questo primo anno abbiamo previsto di produrre 200 pezzi al mese – spiega Zucchetti e – Ma, dall’interesse che sta suscitando, non è da escludere che ci si ritrovi in difficoltà a evadere gli ordini».
Forti del boom di richieste da ogni latitudine (il prezzo parte da circa 1.500 euro), l’azienda mette in preventivo la necessità di raddoppiare gli sforzi: è già in trattativa per trasferirsi in un nuovo laboratorio di mille metri quadrati e sta pensando a nuova forza lavoro.
