ROMA – “Nessuna nuova tassa in legge di bilancio, nessuna. Nemmeno Airbnb“. Dopo la notizia di una possibile cedolare secca al 21% per gli affitti tramite Airbnb come nuova norma nella manovra in discussione alla Camera, a riportare l’ordine ci pensa un cinguettio su Twitter del premier Matteo Renzi. Il premier sostiene che non ci saranno nuove tasse nella manovra, né per Airbnb né di altro tipo.
Tutto è iniziato la mattina dell’11 novembre quando durante la discussione in commissione Finanze della Camera è stato approvato un emendamento del Pd alla manovra che prevedeva una cedolare secca del 21% che si propone di regolare il mercato degli affitti brevi in strutture ‘extralberghiere’ da parte di privati o di intermediari online. Agostino Ingenito, presidente di Aigo-Confesercenti, aveva commentato:
“Se può servire a portare in superficie un fenomeno in gran parte sommerso, va bene, ma occorre evitare che produca una concorrenza sleale tra imprese abusive e regolari a danno degli operatori corretti e dei consumatori. Il Governo, nella manovra, non chiarisce la differenza tra strutture ricettive e strutture extralberghiere, mentre le normative regionali impongono la presentazione di una scia che attesti i requisiti igienico sanitari ed urbanistici per l’autorizzazione di attività B&B e case vacanze”.
Ingenito ha poi sottolineato che il rischio è quello di andare a normare Airbnb solo per garantire un introito allo stato:
“Il rischio è che, per garantire un introito nelle casse dello Stato e far emergere attività illegali, si vada a normare senza verificare i requisiti che sono imposti a queste tipologie ricettive, rischiando così di generare una concorrenza sleale rispetto a chi opera correttamente ed un danno ai consumatori”.
La mattina del 12 novembre però Renzi in un tweet annuncia che la norma Airbnb, né altri tipi di tasse, saranno inseriti nella manovra:
“Nessuna nuova tassa in legge di bilancio, nessuna. Nemmeno Airbnb. Finché sono premier io, le tasse si abbassano e non si alzano #avanti”.