Akio Toyoda: sofferte scuse alla Cina per il maxi richiamo di auto difettose

L'ad di Toyota Akio Toyoda

Akio Toyoda, amministratore delegato ed esponente della famiglia giapponese proprietaria delle storica casa automobilistica,  ha chiesto scusa anche a Pechino per il maxi-richiamo di auto Toyota nel mondo a causa dei problemi di sicurezza. Toyoda ha annunciato la volontà di designare un responsabile della qualità per il mercato cinese, come parte degli sforzi per rassicurare la clientela.

Tra i commenti che circolavano a Tokyo tra gli esperti del settore, contestualmente all’incontro di Toyoda con oltre 300 giornalisti, ce n’era uno ironico sulla sua iniziativa: passi il mea culpa al Congresso americano e agli Usa, che comunque hanno inventato l’auto, ma «le scuse alla Cina sono forse state per lui il gesto più sofferto», ha riferito un analista all’agenzia Ansa.

La storica rivalità tra le prime due potenze economiche asiatiche è sempre forte, ma la Cina, dopo il sorpasso bruciante sugli Stati Uniti in crisi, è dal 2009 il primo mercato mondiale dell’auto (+53% vendite a 13,6 milioni di vetture). Insomma, un pilastro prezioso per la leadership nelle quattro ruote, uno dei pochi Paesi nei quali la compagnia di Nagoya ha segnato lo scorso anno una crescita a doppia cifra (+21% a 709.000 auto).

«Chiedo scusa a voi dal profondo del mio cuore per i motivi di preoccupazione causati a seguito dei richiami di auto nel mondo, tra cui in Cina. La crescita delle vendite ha superato la nostra capacità di tenere la concentrazione su un prodotto di alta qualità», ha detto Toyoda, sottolineando la validità del target 2010 di vendite (800.000 veicoli) e la sicurezza di Prius e Lexus (“non hanno problemi”).

Nella missione di Toyoda ci sono anche gli incontri con i principali funzionari del governo ai quali spiegare i piani per migliorare i controlli della qualità. In Cina i richiami sono stati contenuti: solo 75.552 vetture del modello RAV4, che secondo la stessa compagnia, avevano gli acceleratori difettosi, sul totale di quasi 9 milioni ma, ha riportato il quotidiano finanziario Nikkei, Toyota ha iniziato ad avvertire l’impatto negativo della vicenda dopo il +53% (a 72.000 auto) vendute a gennaio.

Secondo un concessionario nella periferia di Pechino, i clienti sarebbero addirittura “diminuiti di un terzo”: per questo, la Corolla, la vettura più venduta della storia dell’auto, è offerta a un prezzo scontato del 10%. Intanto, in Giappone le vendite di Toyota ha avuto un balzo a febbraio, in un mese che ha visto il settore salire del 35,1%, a 294.887 unità, in rialzo per il settimo mese consecutivo. Secondo i dati dell’associazione dei dealer nipponici (Jada), il leader mondiale, al netto degli altri brand del gruppo Hino, Daihatsu e Lexus, ha venduto 146.145 vetture (+47,9%), nel pieno della bufera dei richiami.

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Warsamé Dini Casali