Circa 300 controllori in più, e il 25% di controlli in meno. Questo il paradosso denunciato da Tito Boeri su Repubblica di oggi, āSe il governo premia il lavoro sommersoā: ĆØ il titolo dellāarticolo e la tesi che documenta una scelta politica da parte del governo. Secondo Boeri la scelta ĆØ quella di diminuire i controlli e puntare sullāeconomia sommersa come microantidoto alla crisi. Ma lāeconomista giudica questo un boomerang che aumenterĆ alla fine il deficit pubblico.
I controllori sono gli ispettori del lavoro, e i controlli sono le ispezioni nelle aziende. Ispezioni che, spiega lāeconomista, sono strumenti āmolto efficaci nel recuperare base imponibile. Mediamente infatti una ispezione su due porta al riscontro di frodi fiscali o contributiveā.
Boeri cita il Documento di programmazione dellāattivitĆ di vigilanza nel 2009 predisposto dal ministero del Lavoro, dove ĆØ scritto: āLa criticitĆ del momento contingente rafforza la scelta di investire su una vigilanza selettiva e qualitativa, diretta a limitare ostacoli al sistema produttivoā.
Secondo il direttore de Lavoce.info questa ĆØ una chiara ammissione della strategia del governo per affrontare la recessione: usare lāeconomia sommersa come ammortizzatore sociale. Ma questa scelta, avverte Boeri, āĆØ pericolosaā, perchĆ© āpuò portare ad un ulteriore e forte peggioramento dei nostri conti pubblici nel 2009ā. Conti pubblici per i quali era stato un toccasana negli ultimi anni il recupero dellāevasione fiscale.
E dannosa perchĆ©, spiega, lāeconomista, penalizza le imprese efficienti e con i conti in regola, mentre tiene in vita quelle producono di meno e fanno maggiormente leva sul lavoro nero.